La fifa per il decreto Sblocca Italia: “Ci porteranno i rifiuti altrui”. Ma qualcuno è a favore
Il provvedimento semplifica le norme sulla ricerca di giacimenti e permette di portare i rifiuti urbani dalle regioni in eccesso verso gli inceneritori sottoutilizzati, perché le raccolte differenziate sottraggono combustibile. E ciò spaventa i politici di ogni razza e colore. Ma piace alla Federambiente
Lo Sblocca Italia, che prevede semplificazioni in vari settori, tra i quali nella ricerca e sfruttamento dei giacimenti e la possibilità di portare i rifiuti urbani negli inceneritori sottoutilizzati, passa l'esame della commissione Affari sociali della Camera. Favorirebbe l’utilizzo dei giacimenti nazionali di greggio e metano (si stimano riserve per 700-750 milioni di tonnellate) e ridurrebbe il divario fra le regioni che non sanno come smaltire i rifiuti (come la Campania e il Lazio, che li esportano all’estero) e le regioni in cui gli inceneritori, che sono anche centrali termiche per riscaldare interi quartieri delle grandi città, sono in carenza di combustibile perché le raccolte differenziate di rifiuti tolgono dal circuito dell’incenerimento grandi quantità di materiali utilizzabili.
Sui rifiuti urbani, le norme europee dicono che vanno smaltiti nel paese di produzione, e che le esportazioni sono possibili solamente su accordi fra i paesi; in attesa dell’entrata in vigore dello Sblocca Italia, attualmente le regole italiane invece impongono un limite regionale.
Immediate le polemiche contro questo provvedimento. E anche qualche parere favorevole.
"Si prepara la strada all'invasione del Nord con i rifiuti di Napoli", avverte il deputato leghista Marco Rondini. "Con la centralizzazione della gestione dei rifiuti gli impianti potranno essere ampliati, dal momento che diventeranno insediamenti strategici di preminente interesse nazionale. Il tutto in barba alla normativa comunitaria che fa valere i principi di autosufficienza territoriale e di prossimità. Ancora una volta il governo premia le regioni viziose e stanga quelle virtuose, alla faccia della responsabilità e della meritocrazia".
"Sono molto soddisfatta dell'approvazione della mozione, che nasce dalla chiara e precisa volontà di non essere obbligati a smaltire i rifiuti solidi urbani provenienti da fuori. Di fatto l'articolo 35 voluto dal Governo Renzi punta a svuotare le competenze in materia delle Regioni e stravolgere il piano rifiuti stesso approvato lo scorso giugno". Così l'assessore all'Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi ha commentato l'approvazione, da parte del Consiglio regionale, della mozione (primo firmatario il consigliere Fabio Rolfi) sulle nuove disposizioni in materia di termovalorizzatori. "In particolare - ha continuato l'assessore Terzi, intervenuta in Consiglio - il rischio è che arrivino oltre 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti da Regioni che in questi anni, a differenza della Lombardia, non hanno fatto alcuna programmazione in materia. Come Lombardia difenderemo l'autosufficienza conquistata in questi anni, grazie anche alla responsabilità dei nostri cittadini, che restano i miei interlocutori privilegiati. Non possiamo più pagare per l'incapacità gestionale, politica e amministrativa di altri. Ci stanno spacciando una semplificazione burocratica con l'aggiramento a tutela delle norme ambientali. Come Giunta abbiamo già votato all'unanimità il ricorso alla Consulta contro la legittimità dell'articolo 35 e siamo stati portavoce in Commissione Ambiente a Roma della risoluzione che ne chiede lo stralcio completo. L'autosufficienza regionale in materia di smaltimento rifiuti - ha puntualizzato ancora Terzi - resta la nostra priorità: anche oggi la Lombardia consegna un ulteriore segnale forte al Paese: non vogliamo diventare la pattumiera d'Italia".
"Condivido la posizione del ministro Galletti sull'art 35 dello Sblocca Italia e sono certo che le Regioni sapranno trovare una sintesi ragionevole". Così il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro.
"Sono pronto a qualsiasi confronto con le regioni", ma "sulle trivelle abbiamo le normative più restrittive in Europa. Applicherò quella normativa con la massima severità; come ho fatto finora". Lo dice il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti a margine di un convegno sul riciclo del legno, a proposito delle preoccupazioni dei diversi territori sul possibile impulso che il decreto Sblocca Italia dovrebbe dare all’attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi.
"Sono pronto ad accettare suggerimenti soprattutto quando vengono da istituzioni importanti come quella presieduta da Cantone e da Bankitalia". Così il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, a margine di un convegno sul riciclo del legno, parlando delle osservazioni sui rischi illegalità dello Sblocca Italia, mosse dall'anti-corruzione e da Banca d’Italia. "È chiaro che obiettivo di questo governo - aggiunge - resta la semplificazione; poi va sicuramente equilibrata con altri problemi che possono nascere".
“Ci siamo. La minaccia più temuta è arrivata. E tocca a ciascuno di noi bloccarla, combatterla, e vincerla. È arrivato in questi giorni alla Camera il decreto SbloccaItalia, in realtà uno #SfasciaItalia, che minaccia con cinque grandi, enormi, buchi neri l’Italia dei nostri sogni, l’Italia delle 5 Stelle: Ambiente, Acqua pubblica, Energie rinnovabili, Rifiuti Zero, Connettività". Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo che annuncia battaglia contro il decreto legge e posta anche un video: "Noi lotteremo ferocemente contro questo progetto devastante, non lasceremo che l’ultimo atto studiato dal governo per mangiare il Paese morso dopo morso, arrivi a termine. Per questo dobbiamo attivarci su tutto il Paese, e abbiamo bisogno di tutti voi".
Il presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, si è soffermato sulla possibilità di investimenti favoriti dallo Sblocca italia. “Il finanziamento di infrastrutture esclusivamente con capitali privati è in Italia reso difficile da una serie di fattori che sono - ha sottolineato Bassanini - non solo finanziari, ma anche relativi alla crisi economica: si fanno dei progetti per esempio pensando che il traffico o il consumo di elettricità aumenti con i ritmi degli anni dei decenni passati, non è più così perché è un effetto della crisi e quindi i piani economico finanziari non stanno più in piedi”.
Federambiente ritiene molto utili per il sistema nazionale di gestione del ciclo integrato dei rifiuti le norme contenute nel decreto "sblocca Italia". Lo ha affermato la delegazione della Federazione guidata dal presidente, Filippo Brandolini, che è stata audita dalla commissione Ambiente della Camera nell'ambito della discussione e conversione in legge del decreto.
Positivo è il giudizio di Federambiente sull'istituzione della rete nazionale integrata degli impianti prevista dall'articolo 35 del decreto, che - nel pieno rispetto della gerarchia europea dei rifiuti e delle nuove direttive comunitarie - può rappresentare un'opportunità per ridurre lo smaltimento di rifiuti in discarica, che in Italia ancora sfiora il 40% ed è oggetto di pesanti procedure d'infrazione da parte della Ue. La chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti passa attraverso la messa a rete di tutti gli strumenti di trattamento e recupero di materia e d'energia, compresi i termovalorizzatori, il cui impatto ambientale è minimo rispetto ad altre forme di emissione, come attestato da diversi studi scientifici.
Un sistema impiantistico adeguato - è stato sottolineato - consentirà anche di limitare, e in prospettiva eliminare, il ricorso all'esportazione dei rifiuti verso altri Paesi, settore nel quale, pur presentando già la bilancia dei pagamenti italiana un saldo attivo, è possibile fare di meglio, contribuendo a un maggior gettito fiscale e alla valorizzazione delle imprese italiane. Federambiente ha inoltre auspicato che in fase di conversione in legge possano trovare accoglimento nel testo, analogamente a quanto previsto per il settore idrico, alcune norme di razionalizzazione nella costituzione degli Ambiti territoriali ottimali per una migliore regolazione territoriale.
“È un primo, significativo passo avanti per la modifica dell'art. 35 Del decreto Sblocca Italia, la misura che di fatto impone il raggiungimento di saturazione del carico termico per gli impianti di recupero e incenerimento dei rifiuti urbani sul territorio nazionale. Una misura che rischia di compromettere dal punto di vista ambientale la situazione di molti territori italiani, fra i quali quello bresciano, che secondo le nuove disposizioni potrebbe arrivare ad un carico di oltre un milione di tonnellate annue di rifiuti da smaltire”. Così commenta la deputata del Pd Miriam Cominelli, membro della commissione Ambiente della Camera e prima firmataria dell'emendamento per la modifica dell'articolo 35 del decreto Sblocca Italia. “Tra modifiche più significative - spiega Cominelli - c'è la concertazione con i territori nell'individuazione degli impianti e solo quando la compatibilità ambientale degli stessi sia stata valutata positivamente, soprattutto per quello che riguarda la qualità dell'aria. Negli impianti individuati dovrà essere assicurata priorità di accesso ai rifiuti prodotti nel territorio regionale, fino al soddisfacimento del suo fabbisogno, e solo successivamente ai rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale”.
L'appello della Provincia di Rimini e dei comuni romagnoli ai parlamentari del territorio di opporsi alle previsioni sui rifiuti contenute nell'articolo 35 del decreto Sblocca Italia, non è caduto nel vuoto. Sono infatti tre gli emendamenti che Tiziano Alrotti, deputato riminese del Pd, ha presentato ieri in commissione Ambiente alla Camera al provvedimento del governo. Fra questi, il primo chiede di cassare l'articolo 35, che prevede una rete nazionale di smaltimento a servizio di tutto il territorio nazionale superando il concetto di prossimità, e modifica la tipologia autorizzativa degli inceneritori portandola da numero di tonnellate smaltite a massimo utilizzo possibile degli impianti. Il secondo emendamento chiede invece modifiche sulla base delle formulazioni dell'Anci e il terzo, firmato da tutti i componenti Pd della commissione Ambiente della Camera, riformula pesantemente l'articolo, introducendo tra l'altro una compensazione per i territori coinvolti dall'entrata in vigore del provvedimento. “È un primo, significativo passo avanti per la modifica dell'articolo 35 dello Sblocca Italia, una misura che rischia di compromettere dal punto di vista ambientale la situazione di molti territori italiani, fra i quali quello riminese”, commenta Arlotti.