Paura delle trivelle. Proteste in Basilicata e Puglia. Nimby contro lo Sblocca Italia
Agitazione anche per un progetto nel mare abruzzese
Una quarantina di persone ha protestato nei giorni dinanzi alla sede di Confindustria a Taranto, in via Dario Lupo, a margine della presentazione ufficiale del progetto Tempa Rossa da parte della joint venture Total, Shell e Mitsui. Il piano prevede lo sviluppo di un giacimento situato nell'alta valle del Sauro, nel cuore della Basilicata, con il trasporto del petrolio a Taranto, dove verranno costruiti 2 nuovi serbatoi, un sistema di raffreddamento greggio, i collegamenti con il pontile petroli e il prolungamento per circa 350 metri del pontile per l'attracco delle navi. L'opera viene osteggiata dagli ambientalisti e anche il Consiglio comunale di Taranto ha espresso parere negativo perché si teme un aumento degli inquinanti.
"Si tratta di interventi di adeguamento logistico per lo stoccaggio e la movimentazione del greggio; le opere previste costituiranno solo la parte terminale del Progetto Tempa Rossa e non comporteranno alcun incremento della capacità di lavorazione della raffineria. Nessuna trasformazione del prodotto verrà dunque realizzata in loco, rappresentando Taranto soltanto la base logistica di Tempa Rossa, indispensabile però per il completamento del progetto", hanno spiegato a Taranto i responsabili di Total.
Si tratta di uno dei principali progetti industriali del Paese, tra i 128 più importanti al mondo nel settore Oil Gas, interamente sostenuto da capitali privati. A regime, l'impianto raggiungerà una capacità produttiva giornaliera di 50mila barili di petrolio, 230mila metri cubi di metano, 240 tonnellate di gpl e 80 tonnellate di zolfo e consentirà di aumentare di circa il 40% la produzione nazionale di greggio, oltre ad assicurare un gettito fiscale per l'Italia di diverse centinaia di milioni di euro l'anno. Il progetto prevede lo sviluppo dell'omonimo Centro Oli situato in Basilicata, con un volume di investimenti complessivo di 1,6 miliardi di euro.
Gli interventi da attuare prevedono la costruzione di 2 nuovi serbatoi dedicati al greggio di Tempa Rossa (che si andranno ad aggiungere ai circa 130 presenti attualmente nella Raffineria), il prolungamento per circa 350 metri dell'esistente pontile con sistemi di accosto per le navi e le dotazioni di sicurezza, la realizzazione di un nuovo sistema di recupero e trattamento dei vapori provenienti dal caricamento delle navi e di un sistema di raffreddamento del greggio per portarlo alla temperatura di stoccaggio e, infine, la realizzazione di alcune opere accessorie, come per esempio la sala tecnica e un nuovo sistema antincendio.
"Con la politica dei 'no' ideologici a prescindere sul fronte energetico, portata avanti da Vendola e dal Pd, finiremo a dover far luce con le candele". Lo sostiene in una nota il presidente del Gruppo di Forza Italia alla Regione Puglia, Ignazio Zullo.
In Italia si stimano riserve per circa 700 milioni di tonnellate fra petrolio e metano. Ma secondo Francesco Tarantini della Legambiente Puglia ci sono appena 9,7 milioni di tonnellate, sufficienti “a risolvere il nostro fabbisogno petrolifero per sole 8 settimane. Due mesi praticamente. Anche questo Governo sembra non voler cambiare strada. Continuare a rilanciare l'estrazione di idrocarburi è una strategia insensata, che non garantisce nessun futuro energetico per il nostro Paese. Basterebbero questi numeri a dimostrare l'assurdità della scelta energetica che il Governo italiano si ostina a portare avanti".
Un appello a inviare osservazioni al ministero dell'Ambiente entro il 28 settembre per dire no a Elsa 2, piattaforma che l'irlandese Petroceltic vorrebbe realizzare in Adriatico a circa 7 chilometri dalla costa abruzzese tra Francavilla al Mare e Ortona (Chieti): l'invito arriva da Maria Rita Rosaria D'Orsogna, docente di matematica all’Università della California di Northridge.
"Sblocca Italia? No, trivella Italia", con norme che "confermano la volontà politica del Governo Renzi di trasformare l'intera penisola italiana in una grande gruviera". Una operazione "fatta con un inganno mediatico", dicono in una nota i senatori del M5S.
"Con questo provvedimento non si affrontano i nodi strutturali della grave recessione in atto, ma si perpetua un modello economico arretrato e inquinante che contribuisce ad affondare il Paese. Asfalto, petrolio e cemento non rimetteranno certo in moto un'economia che si allontana dall'Europa anche nelle scelte strategiche di sviluppo", dice Loredana De Petris, senatrice di Sel.
"Sulle trivelle offshore il governo gioca sporco con i cittadini italiani e con l'Unione Europea. Se pensiamo ai rischi delle trivellazioni ci viene in mente la tragedia della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. La Direttiva 2013/30/UE, d’altronde, è chiarissima al riguardo: le piattaforme sono una fonte di rischio rilevante. Eppure, nel 2005 il governo italiano ha deciso che le trivelle sono escluse da questa categoria di rischio e per questo non sono state fatte valutazioni di impatto ambientale al riguardo. Con lo Sblocca Italia il problema verrà risolto alla radice: nessuna valutazione e basta. Altro che sicurezza ambientale", commenta Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia.