L’Italia e l’Egitto si alleano per migliorare l’ambiente. Forum al Cairo con le aziende di Ecomondo
Le tecnologie italiane e le imprese si confrontano per rendere sostenibile la crescita del mercato africano e del Vicino Oriente
Avvicinare le imprese italiane al mercato egiziano della sostenibilità, dell’efficienza energetica, del riciclo, dell’acqua pulita; e, viceversa, avvicinare le imprese egiziane e le autorità del Cairo con la miniera di conoscenze, tecnologie e competenze rappresentate in campo energetico e ambientale dalla galassia imprenditoriale italiana. È stato questo uno degli obiettivi del Business Forum su acqua, energia, rifiuti e mobilità, un evento che si è svolto al Cairo per promuovere le alleanze fra imprese italiane ed egiziane nella crescita sostenibile e nella qualità della vita, organizzato dall’Ambasciata italiana del Cairo con il contributo di Ecomondo (Italian Exhibition Group, Ieg).
Il seminario è stato voluto dall’ambasciatore italiano Giampaolo Cantini e dalla sua “squadra” - insieme con Sergio Garribba, esperto internazionale di energia, e con il vertice di Ecomondo (come la brand manager Alessandra Astolfi di Ieg e il coordinatore scientifico Fabio Fava, dell’Università di Bologna) – e ha avuto la collaborazione della Camera di commercio italiana per l’Egitto, presieduta da Soliman el-Wazzan, dell’Ice-Ita Italian Trade Agency, dell’organismo di promozione energetica Res4Med e della Conferenza Gnl.
L’economia in poche righe
Un ritratto economico e sociale del Paese ci dice che l’Egitto, che conta 96 milioni di abitanti concentrati sull’8% del territorio disponibile, è tra i Paesi più moderni e industrializzati dell’Africa: è il grande fornitore di prodotti e di semilavorati per tutto il mondo arabo, ha un’industria agroalimentare fra le più sviluppate e si colloca tra i maggiori importatori alimentare del mondo, e primo al mondo per l’import di carni e di grano. Fin dai tempi remoti delle piramidi, l’Egitto ferve di un’attività edilizia ininterrotta e fra i grandi progetti spiccano per esempio i lavori della Nuova Alamein.
Nel 2017 lo scambio tra Italia ed Egitto è stato nell’ordine complessivo dei 5 miliardi di euro, con una leggera preponderanza del made in Italy venduto all’Egitto (3 miliardi); l’Italia, poi, investe e vi sono imprese ben radicate. Per esempio, al Cairo ha aperto lo storico studio di avvocati Bonelli Erede. Un caso interessante è la AlexBank, la Banca d’Alessandria acquisita da Banca Intesa, la quale ha adottato il modello della casamadre italiana ed è diventata uno dei maggiori promotori di beneficienza privata e uno dei più robusti veicoli di rafforzamento delle Pmi egiziane. Da segnalare anche i lavori alla raffineria di Midor, del valore di 1,7 miliardi di dollari, di cui 1,2 garantiti dalla Sace, e la raffineria di Assiut per 1,5 miliardi.
Il campo più propriamente energetico vede nell’Eni il principale operatore internazionale del Paese: il giacimento Zohr chiederà all’azienda italiana e ai partner investimenti stimabili sui 12 miliardi di dollari, ma vi sono attive anche altre imprese energetiche italiane, come per esempio Edison, con le concessioni nella zona di Abukir.
L’importanza della risorsa acqua
Un Paese densamente popolato, con un unico grande corso d’acqua – il Nilo – su cui si affacciano quasi 100 milioni di persone, con consumi moderni ma con tecnologie di produzione e di consumo ancora indietro nel tempo deve risolvere problemi ambientali giganteschi. Un tema centrale è quello della disponibilità di acqua. I cambiamenti del clima possono accentuare i fenomeni di siccità nelle zone di “ricarica” del Nilo. Inoltre, l’industria egiziana deve migliorare la qualità degli scarichi idrici, i consumatori egiziani chiedono acqua potabile, l’agricoltura esige irrigazioni, l’industria idroelettrica deve poter gestire i flussi in modo produttivo: esigenze e fenomeni che possono contrastare fra loro e creare tensioni tra i molti utilizzi dell’acqua. Le esperienze italiane proposte da Francesco Fatone (coordinatore dello “SMART-Plant” europeo e componente del comitato scientifico di Ecomondo) vanno dall’economia circolare nelle acque urbane, con il riuso dei reflui depurati, alle tecnologie proposte da Fisia Italimpianti (dissalazione e riutilizzo), Emit (trattamento delle acque usate), Protecno (acque primarie e di processo) e Fiberplast (impiantistica per il trasporto efficiente dell’acqua).
Mobilità sostenibile nel Paese del traffico anarchico
L’Egitto è un Paese con vasta disponibilità di mezzi di trasporto, ma la maggior parte dei veicoli privati e collettivi adottano ancora tecnologie ambientali obsolete in un traffico selvaggio e anarchico. Fondamentale è collaborare per sviluppare la sostenibilità dei trasporti: durante il seminario, Diego Gavagnin (ConferenzaGNL) ha coordinato le proposte delle imprese italiane ed egiziane per migliorare la qualità della mobilità in Egitto e per ridurre l’inquinamento dell’aria. Da segnalare, i progetti Epap del ministero egiziano dell’Ambiente, le esperienze nell’auto a gas dell’Eni e della Snam, le esperienze dei motori a metano dell’Iveco, le proposte del Consorzio906, della bergamasca Siad e della BRN Bernardini.
Le fonti rinnovabili in crescita
Il Nord Africa, caratterizzato da ampi spazi disabitati, forte insolazione e alta ventosità, si presta per alcune tipologie di energia da fonti rinnovabili, a cominciare da fotovoltaico ed eolico. Il dibattito condotto al Business Forum del Cairo da Res4Med ha presentato le prospettive di investimento nelle rinnovabili in Africa conRes4Med, Siemens Gamesa, Rina, Italgen, Fimer, Seci, Frienergy, Neosia, Eei,e Airmec.
I rifiuti (e la plastica del Nilo)
Consumi comparabili con quelli dei Paesi europei, ma assenza di sistemi validi di ricupero e riciclo: l’Egitto ha ampi spazi di miglioramento nel segmento dei rifiuti. Il Nilo, dopotutto, è uno dei dieci grandi fiumi del mondo che rovesciano nei mari il 90% di quella plastica che forma le isole galleggianti. Le produzioni agricole, che per millenni hanno goduto l’arricchimento dei suoli tramite le alluvioni periodiche oggi bloccate dalle grandi dighe idroelettriche, potrebbero giovarsi del compost che oggi non si produce in modo adeguato. Con il coordinamento di Fabio Fava (Ecomondo e Università di Bologna) e Federico Valentini (Consorzio italiano compostatori), sono state presentate le esperienze del ministero egiziano dell’Ambiente (con il contributo del consigliere Abu Gharara) e con i casi di studio della Dulevo (tecnologie per la raccolta), Garc (impuanti di trattamento), PA Service (gestione dei rifiuti pericolosi), RE.PI.CO (riutilizzo e riciclo dagli scarti dell’industria conciaria), Bongioanni (riciclo nell’industria del laterizio), Montello (selezione e riciclo della plastica), Filmar (fertilizzanti ottenuti dal letame degli allevamenti di polli), Fater Smart (combustibili e fertilizzanti da rifiuti), Entsorga (gestione dei rifiuti e produzione di combustibili alternativi).