Obama lascia Bp fuori dalla porta. Esclusa dall’Epa per mancanza di integrità
Il colosso petrolifero è temporaneamente estromesso da tutti i contratti governativi degli Stati Uniti. Decisivo il disastro alla piattaforma Deepwater Horizon al largo del golfo del Messico. Il professor Spicer: “Ora la sostenibilità e la responsabilità sociale delle imprese non sono più semplici attività di volontariato ma un modo di fare business in modo corretto”
Bp è stata temporaneamente esclusa dai contratti governativi degli Stati Uniti. Il bando è stato deciso dalla Environmental protection agency, Epa, per le responsabilità del colosso petrolifero nel disastro del golfo del Messico avvenuto nel 2010.
L’Agenzia, come si legge nel comunicato rilasciato, ha preso la decisione alla luce della “mancanza di integrità aziendale della società”, dimostrata nella gestione dell’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon. Il bando resterà valido fino a quando Bp non dimostrerà di rispettare gli standard federali.
Bp ha firmato il 15 novembre scorso un’ammissione di colpevolezza su 11 capi di imputazione per gli 11 morti causati dal disastro e per i 4,9 milioni di barili di petrolio versati in mare, che hanno provocato un danno senza precedenti.
Per Andre Spicer, professore di Organisational behaviour alla Cass business school, “la decisione di sospendere temporaneamente Bp da contratti con il governo federale è un esempio lampante di come gli stati possano utilizzare il loro peso per assicurarsi che le grandi aziende si comportino in modo responsabile. Fino a poco tempo fa, la sostenibilità e la responsabilità sociale delle imprese erano attività di volontariato e preoccupazioni unicamente dei buoni cittadini. Ma la sentenza – approfondisce il docente – dimostra che i governi nazionali oggi si aspettano che la responsabilità sia parte integrante del modo in cui le grandi aziende fanno business. I giganti dell’energia sono diventati sempre più consapevoli del fatto che un comportamento sostenibile è il prezzo da pagare per accedere a risorse preziose in tutto il mondo”.
Secondo il collega Joe Lampel, docente di Strategia energetica, “il divieto temporaneo è certamente un duro colpo per Bp, ma il danno inflitto alla compagnia è limitato per due motivi principali. In primo luogo – spiega Lampel – lo stop riguarda per lo più i futuri contratti. In secondo luogo, arriva alla fine di un processo complesso in cui il colosso dell’energia ha risolto la maggior parte delle rivendicazioni. Pertanto, questa sospensione dovrebbe essere vista come una sanzione aggiuntiva, piuttosto che una tattica di pressione che il governo degli Stati Uniti usa spesso quando vuole costringere le imprese ad ammettere la propria responsabilità”.