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Rapporto Ipbes-Onu sulla perdita di biodiversità: con lo stile di vita europeo le risorse finirebbero domani

where Roma when Lun, 13/05/2019 who roberto

L’allarme è stato sollevato da Wwf e Global Footprint Network nel corso del vertice dei Ventisette a Sibiu, in Romania

Se tutti, nel mondo, avessero gli stessibiodiversita.jpg consumi dei cittadini europei, le risorse naturali globali annue si sarebbero esaurite venerdì 10 maggio scorso, e per soddisfare la domanda servirebbero 2,8 pianeti. E' quanto emerge da un rapporto  che riprende le conclusioni dello studio Ipbes-Onu sulla perdita di biodiversità e la cui pubblicazione è giunta a poche ore dall'inizio del vertice informale di Sibiu, in Romania, dove i leader dell'Ue si sono incontrati il 9 maggio. Lo studio si chiude con una serie di raccomandazioni, come una riforma della politica agricola comune che remuneri meglio gli agricoltori che fanno di più per l'ambiente, e obiettivi come il ripristino completo della natura al 2030 e l'Ue neutrale dal punto di vista delle emissioni entro il 2040.

WWF - Se invece tutti, nel mondo, condividessero lo stile di vita degli italiani, le risorse naturali del Pianeta capaci di rinnovarsi terminerebbero tra pochi giorni, esattamente il 15 maggio - afferma il rapporto dedicato all''Overshoot day” per l'Europa -, cioè la data entro la quale, considerato lo stile di vita, i cittadini europei possono ritenere esaurito il budget a loro disposizione di risorse naturali che si rinnovano ogni anno. Si tratta di un "forte messaggio - si legge in una nota del Wwf Italia - ai capi di Governo e di Stato europei riuniti a Sibiu in Romania per il Summit informale del Consiglio europeo in cui si discute del futuro dell'Europa”.
 
Greenpeace - "Quanto emerge da questo rapporto è devastante. Nonostante il ruolo fondamentale della biodiversità nella conservazione della vita sul Pianeta, il prevalere degli interessi economici ha portato ad un tale sfruttamento delle risorse naturali da rischiare ora conseguenze irreversibili", afferma Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia. "Per mantenere le temperature globali sotto il grado e mezzo ed uscire dalla crisi climatica che stiamo attraversando, è urgente combinare una drastica riduzione delle emissioni di anidride carbonica con la conservazione della biodiversità, prestando particolare attenzione agli ecosistemi naturalmente capaci di immagazzinare grandi quantità di carbonio, come le foreste torbiere", conclude Borghi.  Il rapporto IPBES rivela che le attività umane hanno "significativamente modificato" la maggior parte degli ecosistemi terrestri e marini. Si afferma che il 40 per cento dell'ambiente marino globale mostra "gravi alterazioni" a seguito delle pressioni umane e che la "ricchezza e abbondanza" degli ecosistemi marini è in declino.

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