La scala locale. A Milano il Catalogo delle precipitazioni. Piove meno spesso, ma più forte
È il quadro che emerge dal Catalogo delle Precipitazioni, un nuovo strumento realizzato nell'ambito del progetto ClimaMi
Capire come il clima cambia non solo sulle tendenze globali, ma anche sulla scala locale è fondamentale anche per chi gestisce e progetta il territorio. E si scopre che nel Milanese i fenomeni di precipitazioni estreme si sono fatti sempre più frequenti, alternandosi a periodi siccitosi diventati più lunghi. Piove meno spesso (a Milano si perde circa 1 giorno di pioggia ogni 4 anni), ma quando piove lo fa con più intensità e più a lungo.
È il quadro che emerge dal Catalogo delle Precipitazioni, un nuovo strumento realizzato nell'ambito del progetto ClimaMi - Climatologia per le attività professionali e l’adattamento ai cambiamenti climatici urbani nel milanese, per aiutare chi si occupa di progettazione e gestione del territorio a realizzare città più sostenibili.
Diventa infatti sempre più importante fronteggiare le conseguenze del cambiamento climatico, come la crescita continua e sempre più veloce delle temperature medie, massime e minime (a Milano la minima assoluta di riferimento è passata dai -14.1 °C del 1901-1930 ai -7.7 °C del periodo 1991-2020), con conseguente aumento di eventi estremi come le notti tropicali (cioè con temperatura minima superiore a 0 °C).
Nel dettaglio, un aumento continuo e sempre più rapido delle temperature medie, minime e massime a partire a partire dagli anni ’80 del secolo scorso e fenomeni di precipitazioni estreme che nell’ultimo ventennio si sono fatti sempre più frequenti, alternandosi a periodi siccitosi diventati più lunghi.
È il quadro del clima del territorio milanese che emerge da ClimaMi - Climatologia per le attività professionali e l’adattamento ai cambiamenti climatici urbani nel milanese, promosso da Fondazione OMD - Osservatorio Meteorologico Milano Duomo in collaborazione con Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Fondazione Ordine degli Ingegneri della provincia di Milano e Fondazione Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Milano, e cofinanziato da Fondazione Cariplo. Il progetto si è appena concluso e da gennaio 2019 a oggi ha portato alla realizzazione di strumenti destinati ai professionisti dell’energia, dell’urbanistica, delle costruzioni e della salute pubblica con l’obiettivo di aiutarli a progettare città più sostenibili.
Che cos’è il Catalogo delle precipitazioni
Il Catalogo delle precipitazioni fotografa la caratterizzazione spaziale e temporale delle precipitazioni nell’ultimo decennio in un’area che va dai confini nord della provincia di Monza e Brianza a sud del comune di Pavia, sino al fiume Po; dai confini occidentali della Città Metropolitana di Milano e del Vigevanese fino a quelli orientali della stessa Città Metropolitana e del Lodigiano. I dati, raccolti attraverso 18 stazioni meteorologiche della Fondazione OMD, 16 della rete MM spa e 12 di quella di ARPA Lombardia, sono suddivisi in 26 indicatori, tra i quali cumulati annui mensili e stagionali, eventi estremi, massimi di precipitazione e numero di giorni di pioggia (in cui cioè si è avuto almeno 1 mm di precipitazione).
Come cambia il clima
Dalla loro analisi emerge per esempio come nel capoluogo lombardo piova sempre meno spesso ma con più intensità: secondo le rilevazioni della stazione meteorologica di Milano Centro (situata presso la sede centrale dell’Università degli Studi di Milano e di cui si hanno a disposizione lunghe serie temporali di dati) si perde circa un giorno di pioggia ogni 4 anni, mentre la quantità media di pioggia caduta in un’ora aumenta di 1 mm ogni 6 anni.
L’intervallo medio tra due episodi di pioggia è raddoppiato, ma lo è anche la durata media dei fenomeni di precipitazione: quando piove, piove più a lungo. Il cumulato medio annuale di precipitazione non ha subito cambiamenti significativi, ma si sono avuti spostamenti a livello stagionale, con forti riduzioni di piogge cadute nei mesi di ottobre e dicembre e un aumento notevole a maggio e novembre. I fenomeni che vedono piogge molto intense nell’arco di breve tempo sono frequenti anche nel resto del territorio considerato dal Catalogo, ma con differenze importanti tra un’area e l’altra e una frequenza significativamente più alta nella zona settentrionale. Negli ultimi dieci anni, infatti, episodi di 5 mm di pioggia caduti in 10 minuti si sono verificati 10 volte nella zona di Milano sud e 26 a Milano nord, 6 volte a Pavia e ben 33 a Vimercate (Monza Brianza). Cumulati di 15 mm nell’arco di 30 minuti si sono avuti 2 volte a Milano sud e 6 a Milano nord, 1 a Pavia e 8 a Vimercate.
Non solo pioggia ma anche temperatura
L’aumento di fenomeni estremi non riguarda infatti solo le precipitazioni: anche la crescita continua e sempre più veloce delle temperature è una tendenza evidente. Per quanto riguarda la temperatura media annuale, a Milano centro il suo valore era pari a 13.2 °C per il CLINO – il periodo di riferimento - 1901-1930; cresciuto ma rimasto abbastanza stabile nei decenni successivi (13.6 °C nel trentennio 1931-1960, 13.7 °C nel 1961-1990), è diventato 14.9 °C nel periodo 1991-2020.
La temperatura massima assoluta di riferimento è invece passata dai 38.3 °C del trentennio di inizio secolo ai 39.8 °C di quello più recente, ma è soprattutto nei valori minimi che l’aumento è rapido ed evidente: rimasta pressoché stabile nella prima metà del 1900 (-14.1 C nel 1901-1930, -14.2 °C al trentennio successivo), la temperatura minima assoluta di riferimento è diventata -9.4 °C nel trentennio 1961-1990 e -7.7 °C nel periodo 1991-2020. Una variazione che significa anche una diminuzione dei giorni di gelo (giornate con temperatura minima inferiore a 0 °C) nella stagione invernale e in estate un aumento delle notti tropicali, cioè con temperatura minima superiore ai 20 °C.
A che cosa servono questi studi
Il progetto ClimaMi è nato proprio con l’obiettivo di fornire un nuovo Strumento Informativo sul Clima Urbano (SI-CU) a tutti coloro che si occupano di progettazione e gestione del territorio e che con il loro lavoro devono fronteggiare l’impatto che questi cambiamenti hanno sulla vita di paesi, città e dei loro abitanti. Il Catalogo delle Precipitazioni si aggiunge quindi al Database Climatologico, la mappatura dei fenomeni meteorologici a Milano e in altri 13 comuni lombardi nel periodo 2012-2020, e all’Atlante Climatico della Temperatura dell’Aria, che ne restituisce la distribuzione spaziale tramite mappe ad alta risoluzione (100m) nel bacino aerologico milanese e per il periodo 2016-2019. Realizzato per un territorio vario e articolato, dove si verificano fenomeni climatici peculiari e complessi, il progetto ClimaMi vuole offrire un modello di climatologia urbana replicabile e facilmente esportabile anche in altri contesti cittadini.
Per saperne di più: www.progettoclimami.it