Smog. Bruxelles mette in guardia l’Italia
A rischio di procedure per inquinamento anche Germania, Francia e Inghilterra. I grandi inquinatori: agricoltura e diesel. Il caso Frosinone
La Commissione europea ha inviato l’altra settimana un ultimo avvertimento a Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito perché non hanno affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell'aria per il biossido di azoto (NO2).
"È un avvertimento mandato ai paesi membri per chiedere di prendere misure per combattere la cattiva qualità dell'aria, che può provocare malattie respiratorie e cardiovascolari. Chiediamo agli stati membri di prendere misure appropriate per affrontare il problema e speriamo che lo faranno" ha spiegato il portavoce Ue nel corso del consueto punto con la stampa.
L'inquinamento da NO2 costituisce un grave rischio per la salute. La maggior parte delle emissioni provengono dal traffico stradale. La Commissione europea esorta i cinque Stati membri ad agire per garantire una buona qualità dell'aria e salvaguardare la salute pubblica.
Il piano di Galletti - "Governo, Regioni e comuni hanno già scelto di lavorare insieme per la qualità dell'aria e di farlo programmando misure finalmente strutturali, uscendo dalla logica delle risposte emergenziali. È chiaro a tutti che il problema dello smog non si risolva da un giorno all'altro: è il motivo per cui non può sorprendere l'apertura della seconda fase dell'infrazione, rispetto alla quale siamo del resto in buona compagnia in Europa. Siamo convinti che la Commissione riconoscerà il nostro cambio di marcia". Così Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente, commenta l'apertura da parte della Commissione Ue della seconda fase della procedura d'infrazione nei confronti di Italia, Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna.
"Dalle misure previste nel protocollo per la qualità dell'aria di fine 2015 - spiega il ministro Galletti - sono stati fatti notevoli passi in avanti per mettere in condizione le Regioni, che sono responsabili degli interventi, di operare con la massima rapidità: abbiamo reso disponibili 11 milioni per quei comuni che hanno attuato nei periodi di maggiore concentrazione di smog una serie di misure anti-inquinamento, così come sono in fase di valutazione i progetti presentati sul bando da 35 milioni per la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro. Stiamo andando avanti pure sui 50 milioni per la realizzazione di infrastrutture, tra cui le colonnine di ricarica elettrica, sull'acquisto nazionale centralizzato di mezzi pubblici ecologici e su tutto il fronte dell'efficienza energetica, una delle chiavi per risolvere il problema smog alla radice: tra questi i 250 milioni per le scuole, i 70 per gli edifici della Pa centrale, il fondo di efficienza energetica nazionale e, ovviamente, l'ecobonus esteso fino al 2021 e allargato ai condomini".
La Coldiretti - Perfino l’agricoltura, una delle fonti principali di immissione di ossidi di azoto e di polveri fini in atmosfera, potrebbe contribuire a ridurre il suo impatto negativo sulla qualità dell’aria.
Bisogna intervenire in modo strutturale per combattere lo smog con un bonus fiscale verde per favorire la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento. Lo chiede la Coldiretti, secondo la quale le metropoli italiane hanno una ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, che va dagli appena 15,9 metri quadrati di verde urbano per abitante a Roma ai 17,2 di Milano fino a 21 di Torino. "Una pianta adulta - sottolinea la Coldiretti - è capace di catturare dall'aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno”.
Sotto accusa anche il diesel - Oltre alle emissioni agricole e degli allevamenti, anche il motore diesel è fra gli imputati dell'inquinamento eccessivo da biossido d'azoto (NO2). Lo si evince dal recente rapporto dell'Agenzia europea dell'Ambiente (Aea) sui trasporti e l'ambiente in Europa in cui si ricorda che il numero di veicoli alimentati a gasolio in circolazione sulle strade è aumentato negli ultimi anni: il consumo totale di questo carburante è salito dal 52% nel 2000 al 70% nel 2014.
E se le emissioni di ossidi di azoto (NOx) delle auto a benzina si sono ridotte significativamente dal 2000, quelle delle auto diesel non sono diminuite nella stessa misura, incidendo sulla qualità dell'aria.
Le vendite di auto nuove nell'Ue sono aumentate del 9% nel 2015 rispetto all'anno precedente, per un totale di 13,7 milioni di immatricolazioni e poco più della metà (il 52%) hanno un motore diesel: ne sono state vendute il 71% in Irlanda e Lussemburgo, il 29% nei Paesi Bassi e il 28% in Danimarca.
Il caso Frosinone, super-inquinata - Fra le aree con il maggiore inquinamento da polveri sottili spicca la Ciociaria: la provincia di Frosinone, probabilmente anche per la diffusione di stufe a legna o a pellet, è di gran lunga fra quelle con la qualità peggiore in termini di PM10. Per questo motivo l'associazione di consumatori Codici ha inviato ad Arpa Lazio e all' Azienda Sanitaria Locale di Frosinone una richiesta di accesso agli atti al fine di poter chiarire meglio la situazione sulla qualità dell'aria. "Abbiamo richiesto accesso agli atti sulle rilevazioni degli ultimi 12 mesi attinenti i comuni di Frosinone, Ferentino, Ceccano, Patrica, Supino, Anagni, Cassino, Colfelice, Arce e Roccasecca", dice Giammarco Florenzani dell’associazione Codici.