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Stili di vita. Sui social il Covid ha tolto spazio alle discussioni ambientali

where Milano when Lun, 26/04/2021 who roberto

Analisi di Reputation Manager per Save the Children: le conversazioni web su Fridays for Future e su Greta Thunberg sono calate, sostituite dai timori per la situazione sanitaria

Secondo un’analisi condotta da thunberg.jpgReputation Manager per Save the Children, le conversazioni legate all’attivista svedese Greta Thunberg e al movimento Fridays for Future sono calate rispettivamente dell’82% e del 70%. Tra i cali più drastici quelli dei dialoghi su cambiamenti climatici (-50%), riscaldamento globale (-49%) ed emergenza climatica (-73%). Nel dettaglio, la crisi causata dalla pandemia da Covid-19 ha monopolizzato l’informazione. L’attenzione alla pandemia non ha risparmiato la rete, dove le discussioni si sono concentrate sul coronavirus, a scapito di argomenti come quello sulla sostenibilità ambientale che, fino al 2019, aveva generato la maggior parte dei confronti e delle condivisioni. Le conversazioni sui social su questo tema in particolare, hanno subito un calo del 20% rispetto all’anno precedente, con punte di -50% per quelle sui cambiamenti climatici e di -73% sull’emergenza clima. Anche il riscaldamento globale è stato un tema meno dibattuto con un -49% rispetto al 2019. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal report realizzato da Reputation Manager per Save the Children – l’organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – e diffuso oggi, in occasione della Giornata della Terra. Dati significativi che sembrano certificare un calo dell’attenzione generale su un tema che – ricorda l’Organizzazione – mette in discussione il futuro dei bambini.
 
Cambiano le paure
Nello specifico, Reputation Manager ha analizzato i contenuti online su alcune tematiche ricorrenti nel campo dell’ambiente, come la sostenibilità, l’inquinamento, l’ecosistema e alcuni fenomeni naturali dovuti al cambiamento climatico (desertificazione, siccità, scioglimento dei ghiacciai). I dati sottolineando come le conversazioni online totali riguardanti queste tematiche, nell’ultimo anno, siano calate del -20%, passando dalle 221mila del 2019 alle 176mila del 2020. La sostenibilità ambientale, invece, è stata la tematica maggiormente citata (+25%), passando dai 39mila contenuti del 2019 ai 49mila del 2020.
 
Come il Covid cambia l’ambiente
Anche le conversazioni legate alle emissioni hanno avuto una crescita rispetto ai 12 mesi precedenti, con il 19% del totale nel 2020 che ha visto come argomenti di partecipazione il calo dell’inquinamento in Cina dovuto al lockdown e lo studio secondo il quale le città con la mortalità più alta per le polveri sottili in Europa sono Brescia e Bergamo. Le conversazioni sull’inquinamento rappresentano il 17% del totale di quelle rilevate, anche se in calo del -20% nell’ultimo anno. In particolare, si sottolinea come le conversazioni si siano concentrate sul rapporto tra inquinamento e coronavirus: ha generato molto interesse, per esempio, lo studio secondo il quale “la proteina che protegge l’organismo dai danni delle polveri sottili (precisamente il PM2.5) è la stessa che favorisce l’azione dannosa del Sars Cov-2.
I dati vedono un netto calo dei temi riferiti all’attivista svedese Greta Thunberg e al movimento Fridays for Future che hanno segnato rispettivamente un -82% e -70%. Sulla stessa curva in discesa anche le conversazioni su cambiamenti climatici (-50%), riscaldamento globale (-49%) e emergenza climatica (-73%).
Secondo lo studio, a parlare di questi temi sul web sono maggiormente persone di sesso maschile (61,1% nel 2019, 64,2% del 2020), anche se nel 2020 si nota una crescita della percentuale di utenti di sesso femminile (+3,1%). Negli anni si nota anche un cambiamento nella fascia d’età più coinvolta nelle conversazioni online sulla sostenibilità: se nel 2019 la categoria anagrafica tra i 25-34 anni era la più presente, con il 49,2% delle interazioni, nel 2020 il trend si è invertito. Nell’ultimo anno, l’analisi mostra infatti una maggiore partecipazione per le fasce più adulte (45-54 anni: 23,6%; 35-44 anni: 20,7%).
 
I commenti
“La crisi climatica non è stata messa in pausa dal Covid-19. La pandemia, dai risultati di questo studio, sembra aver abbassato la sensibilità dell’opinione pubblica, o quanto meno il livello delle conversazioni in rete, su questo tema. Eppure, oggi sono 710 milioni i minori che vivono in 45 paesi con il più alto rischio di subire l'impatto del cambiamento climatico. Inondazioni, siccità, uragani sono solo alcuni degli eventi meteorologici estremi, che avranno conseguenze profonde sui bambini più vulnerabili e sulle loro famiglie. Proprio i più piccoli rischiano di soffrire la carenza di cibo o di malattie. Una delle tante minacce, per esempio, è quella che riguarda la mancanza di acqua o il suo innalzamento, che potrebbe mettere seriamente a rischio la loro vita” dichiara Daniela Fatarella, direttrice di Save the Children Italia. “Non possiamo dimenticare che questi sono fatti reali che coinvolgono milioni di persone e che la crisi climatica rischia di compromettere il futuro di milioni di bambini in maniera irrimediabile se non si agirà tempestivamente. Siamo all’ultima chiamata e non possiamo perdere il momento”.
 
Il video di Save the Children per celebrare la Giornata della Terra è disponibile qui: https://vimeo.com/539082765/53dcbfd087

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