Studio Ispra: nei condizionatori troppi gas refrigeranti dannosi per il clima
Diffusa una nuova ricerca dell’Istituto Superiore per la ricerca e la protezione ambientale sugli effetti e le alternative agli idrofluorocarburi. Refrigerazione e l'antincendio si adeguano, condizionamento a rilento
Gli idrofluorocarburi (Hfc) sono i gas refrigeranti tra i più diffusi sul mercato; hanno sostituito in passato i clorofluorocarburi (Cfc, come il celebre Freon che venne sviluppato dalla Du Pont) e gli idroclorofluorocarburi (Hcfc) dannosi per l'ozono.
L'eliminazione completa del cloro dalla composizione dei refrigeranti ha portato all'introduzione degli Hfc. Anch'essi, però, non risultano essere perfettamente eco-compatibili: il significativo aumento delle emissioni in atmosfera di questi gas contribuisce ad aumentare l'effetto serra ed è per questo che si sta avviando un percorso verso una loro graduale eliminazione.
Le politiche europee - L'Unione Europea, già da diversi anni, ha adottato una severa politica di riduzione dell'uso degli Hfc e la legislazione risulta in linea con gli obiettivi definiti nell'emendamento di Kigali al Protocollo di Montréal.
Analizzare la situazione - Il ministero dell'Ambiente ha siglato un accordo di collaborazione tecnica con Ispra per definire lo stato dell'arte in Italia in merito alle alternative non clima-alteranti agli Hfc, basato su dati e informazioni derivanti dalle attività istituzionali dell'Ispra, sull'analisi della letteratura scientifica internazionale e sul coinvolgimento delle associazioni di categoria e di altri stakeholder.
I settori indagati sono stati la refrigerazione, la climatizzazione, le schiume, l'aerosol e i sistemi fissi di protezione antincendio, individuando per ognuno di essi gli Hfc maggiormente impiegati, le sostanze e le tecnologie alternative, i possibili punti di forza, le criticità del settore e le prospettive future.
Le criticità - La ricognizione, la prima a livello nazionale, ha fatto emergere diverse criticità in relazione alla disponibilità dei dati necessari per fare un primo stato dell'arte del Sistema Paese.
Dall'analisi condotta è emerso che il mercato si sta adeguando alle prescrizioni del Regolamento molto più rapidamente rispetto alle previsioni iniziali, con un accelerazione verso i refrigeranti climate friendly, per effetto di strategie e logiche di mercato. Queste ultime da un lato hanno determinato nel 2017 un aumento esponenziale dei prezzi degli Hfc con potere climalterante, da parte dei distributori e dall'altro una riduzione della loro disponibilità sul mercato, tanto che alcuni utilizzatori già oggi denunciano difficoltà di approvvigionamento.
Le alternative di quarta generazione - Attualmente le alternative disponibili nel lungo periodo in grado di rispettare i vincoli più stringenti in termini di potere climalterante sono i refrigeranti naturali (anidride carbonica, idrocarburi e ammoniaca) e i gas refrigeranti fluorurati di IV generazione (Hfo), ma per esigenze e criticità differenti non sono adeguate per tutti i settori.
Prodotti tossici e infiammabili - A differenza degli Hfc, infatti, il passaggio a queste alternative comporta nuove criticità legate a tossicità, infiammabilità, corrosività, alte pressioni di lavoro e perdite in termini di efficienza energetica.
Frigoriferi domestici e industriali - Il settore della refrigerazione è stato il primo comparto a mettere in atto misure per adeguarsi al Regolamento F-gas, in quanto maggiore utilizzatore di due refrigeranti ad elevato potere climalterante.
Il comparto della refrigerazione domestica è già migrato ai refrigeranti naturali: i frigoriferi domestici utilizzano da tempo l'isobutano come fluido frigorigeno.
Nel campo della refrigerazione commerciale le alternative possibili dipendono dalla taglia e dal tipo di sistema.
Indietro i condizionatori - Il settore del condizionamento invece non risulta essere ancora pronto a passare a refrigeranti alternativi diversi dagli Hfc ed anche mantenere in vita le attuali produzioni sta diventando sempre più difficile, a causa della drastica diminuzione della disponibilità degli Hfc e dell'aumento del loro costo.
Schiume e antincendio - Gli altri settori, schiume, aerosol e sistemi fissi di protezione antincendio sono pronti a passare alle alternative (refrigeranti naturali, Hfo, o gas chimici), alcune della quali già utilizzate.
Italia leader - Sebbene l'Italia non sia produttrice di sostanze refrigeranti, le imprese italiane sono leader al mondo delle tecnologie del freddo e notevole è l'impegno delle nostre imprese nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie e componenti nei settori che utilizzano gli Hfc. Nel nostro Paese esistono infatti realtà imprenditoriali leader mondiali nei settori della refrigerazione, condizionamento, schiume e sistemi fissi antincendio che si impongono sui mercati internazionali grazie alle loro innovative tecnologie, alla personalizzazione del prodotto in base alle esigenze del cliente, alle condizioni climatiche e alle condizioni locali.
Lo studio è disponibile cliccando qui