La “tassonomia” europea apre a metano e nucleare, se riducono le emissioni di CO2
Saranno definiti “sostenibili” gli investimenti finanziari in tutte le tecnologie che contribuiscono a difendere il clima
La Commissione Ue approva il metano, definito sostenibile nella “tassonomia” europea. E si apre la porta al nucleare, il quale non emette CO2. La “tassonomia” è la classificazione che l’Unione europea dà alle politiche ambientali e agli investimenti della finanza. Per poter essere definiti “sostenibili” gli interventi della politica o gli investimenti dovranno dimostrare di apportare benefici ambientali o almeno di non arrecare danno all’ambente. Lo prevede la nuova proposta sulla Sustainable Finance Taxonomy elaborata dalla Commissione europea, dopo che il precedente testo era stato bocciato da diversi Stati membri. In aggiunta, nei giorni scorsi il Centro comune di ricerca della Commissione Ue (sedi a Francoforte e Ispra Varese) ha emanato il documento “Technical assessment of nuclear energy with respect to the ‘do no significant harm’ criteria of Regulation (EU) 2020/852 (Taxonomy Regulation)”. La decisione di ammettere il metano tra le fonti verdi, pur a determinate condizioni, è contestata da alcune associazioni ambientaliste, come il Wwf.
Il metano sostenibile
Via libera all’uso del gas: saranno considerati sostenibili sotto il profilo ambientale e quindi accettati nella classificazione degli investimenti green i progetti che ricorrono al metano per ridurre le emissioni. Per esempio, quando sostituiscono il carbone e alzano l’efficienza energetica degli impianti. Il documento è stato preparato da Bruxelles e detta le condizioni per le quali una centrale elettrica a metano può essere considerata sostenibile.
Ecco i casi: se nel sostituire un precedente impianto a elevate emissioni di CO2 taglia di almeno il 50% le emissioni di gas serra per ogni chilowattora prodotto, se entra in servizio entro il 2025; se non emette più di 270 grammi di CO2 equivalente per chilowattora prodotto; se in futuro potrà usare combustibili low-carbon come il biometano, il biodiesel o altri combustibili di origine non fossile; se oltre a elettricità produce anche calore (cogenerazione) o energia frigorigena (trigenerazione).
È rimasto inalterato, invece, il tetto di 100 grammi di CO2 al chilowattora per le centrali a gas che producono solamente elettricità.
Il nucleare senza CO2
Il documento emanato dal Ccr-Jrc della Comissione Ue, di 387 pagine, integra ciò che aveva lasciato in sospeso il gruppo tecnico di esperti (Teg) che avevano definito la tassonomia europea. Il Teg aveva trattato tutti i temi verdi ma aveva tralasciato solamente quello del nucleare, demandandone la risposta agli scienziati del Joint research center-Centro comune di ricerca.
Il quale Jrc-Ccr ora dice: “The analyses did not reveal any science-based evidence that nuclear energy does more harm to human health or to the environment than other electricity production technologies already included in the Taxonomy as activities supporting climate change mitigation”, cioè "le analisi non hanno rivelato alcuna prova scientifica che l'energia nucleare danneggi maggiormente la salute umana o l'ambiente rispetto ad altre tecnologie di produzione di elettricità già incluse nella tassonomia come attività a sostegno della mitigazione dei cambiamenti climatici". Le misure adottate in Europa, riassume lo studio nelle pagine 7 e 8, rendono la tecnologia sicura e senza rischi né per l’ambiente né per la salute umana. Ovviamente, queste considerazioni troveranno oppositori e nell’intero documento vi sono molti dettagli tecnici a disposizione delle contestazioni contro il nucleare.