Tanzania: finanziata la centrale idroelettrica di Malagarasi
Progetto da 144 milioni di dollari con il contributo del fondo governativo che vede la presenza Repubblica Popolare Cinese
La Banca Africana di Sviluppo ha approvato un prestito di 120 milioni di dollari per finanziare la costruzione di una centrale idroelettrica da 50 MW nella Tanzania occidentale che fornirà energia rinnovabile affidabile alle famiglie, alle scuole, alle cliniche e alle piccole e medie imprese della regione di Kigoma.
Il progetto di Malagarasi Hydropower – leggiamo su africa24.it - ha diverse componenti: un impianto idroelettrico ad acqua corrente; una linea di trasmissione di 54 km a 132 kV che si collegherà alla rete nazionale della Tanzania; il potenziamento della rete di distribuzione che comprende l’elettrificazione rurale e le connessioni dell’ultimo miglio; la gestione del progetto e il supporto all’amministrazione del contratto; la compensazione e il reinsediamento delle persone coinvolte. Il costo complessivo del progetto è stimato in 144,14 milioni di dollari. La maggior parte dei finanziamenti (120 milioni di dollari) sarà garantita dalla banca, con un ulteriore contributo di 20 milioni di dollari da parte dell’Africa Growing Together Fund, un fondo di cofinanziamento con risorse del governo della Repubblica Popolare Cinese che è amministrato dalla Banca. Il governo della Tanzania fornirà i restanti 4,14 milioni di dollari.
La produzione media annua prevista della centrale idroelettrica, pari a 181 GWh, soddisferà il fabbisogno di energia elettrica di ben 133.649 famiglie di Kigoma, portando il tasso di elettrificazione della regione più in linea con il resto del Paese. Si prevede che il progetto creerà circa 700 posti di lavoro durante la costruzione, ridurrà i costi di produzione di energia elettrica della regione a circa 0,04 $/kWh dagli attuali 0,33 $/kWh e ridurrà anche la dipendenza dai combustibili fossili che emettono gas serra. Il costo dell’attività commerciale diminuirà, anche perché l’industria non avrà più bisogno di mantenere costosi generatori di emergenza.