Analisi, per i progetti energetci da qui al 2035 servono 37 miliardi di dollari
La stima è del Willis Research Network di Londra. Per reperirli, secondo Citigroup, è “fondamentale il ruolo dei governi, che devono collaborare con gli investitori privati e il settore scientifico”
Finanziare i progetti energetici nei prossimi due decenni richiederà 37 miliardi di dollari, secondo le ultime previsioni di Citibank, e per reperirli è fondamentale il ruolo dei governi, che devono collaborare con gli investitori privati e il settore scientifico. Lo ha detto Rowan Douglas, presidente del Willis Research Network, un ente londinese che mette in relazione il settore finanziario con una cinquantina di istituti di ricerca, intervenendo al Congresso mondiale dell’energia di Daegu, in Corea del Sud.
Douglas ha spiegato che politiche stabili nel lungo periodo, insieme a un consistente numero di dati forniti dalla ricerca scientifica, possono creare le condizioni per gestire il rischio che tali investimenti comportano, mantenendolo entro parametri tollerabili e consentendo così di liberare capitale.
Secondo Michael Eckhart, a capo del settore Environmental Finance di Citigroup, “per ridurre i rischi e aprire le porte agli investimenti privati dovrebbero essere usati fondi pubblici”. Nel settore energetico, “il 90% del rischio è politico o di mercato”, ha evidenziato Eckhart, secondo il quale i governi dovrebbero assicurazione che, se un investimento è stato fatto e l’energia è stata fornita, l’investitore sarà pagato. “Questo - ha concluso - rimuoverebbe il rischio che corrono i capitali nel confluire all’interno del settore”.