La crisi non ferma le trivelle: il Piano energetico di Passera raddoppia le perforazioni per gas e petrolio
Il governo vuole ridurre la dipendenza energetica dall’estero dall’attuale 82 al 65%, raddoppiando la produzione nazionale, che passerebbe dall’8 al 16%. Obiettivi: risparmio sulla fattura energetica estera di 15 miliardi di euro all’anno e 25mila nuovi posti di lavoro
Comitati locali e ambientalisti, preparatevi alla guerra. Il governo Monti e, più in particolare, il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera stanno per lanciare il piano energetico nazionale atteso da decenni, nel quale si dice che dobbiamo ridurre le importazioni estere e che vogliamo raddoppiare la produzione nazionale di petrolio e gas diventando, tra l’altro, anche hub fisico dell’oro blu tramite rigassificatori.
Sono queste, in estrema sintesi, alcune delle indicazioni contenute nella bozza che circola della Strategia Energetica Nazionale (SEN). Non solo: nel nuovo piano l’esecutivo intende puntare fortemente sull’efficienza e sulle rinnovabili, e contemporaneamente vuole rimodulare le agevolazioni sul mercato elettrico ipotizzando anche un superamento del prezzo unico nazionale.
Il budget previsto dal Governo Monti per questo nuovo e atteso piano dovrebbe attirare investimenti per 180 miliardi di euro, garantendo - secondo le previsioni del ministro Passera - il 16% del fabbisogno nazionale e, soprattutto, creerebbe 25mila posti di lavoro. Tra gli obiettivi annunciati, quelli generali parlano di migliorare sicurezza e indipendenza di approvvigionamento. Più in dettaglio, si punta a ridurre di 17 punti - dall’attuale 82 al 65% - la dipendenza energetica dall'estero con un risparmio sulla fattura energetica estera di 15 miliardi di euro all'anno. Le rinnovabili salirebbero al 23% dei consumi e al 38% di quelli elettrici. Si punta poi sull’efficienza per poter ridurre fino al 24% nel 2020 attraverso audit energetici obbligatori, potenziamento dei certificati bianchi, interventi sui trasporti e la pubblica amministrazione (+20% di efficienza energetica), una proroga più lunga della detrazione fiscale del 55% sulle riqualificazioni energetiche degli edifici. Il capitolo principale è dedicato comunque alla produzione nazionale di petrolio e gas, con investimenti per 15 miliardi. Le aree individuate sono quelle tradizionali: Val Padana, Alto Adriatico, Abruzzo, Basilicata, a cui si aggiunge l’off-shore Ibleo. Come è già noto dalla vicenda Puglia di questi giorni, il governo sarebbe intenzionato a rendere più facile le trivellazioni, realizzando semplificazioni burocratiche e rimodulando i limiti di tutela offshore imposti dalla legislazione attuale. L’Italia dovrebbe poi diventare l’hub fisico del gas tra Mediterraneo e Nord Europa, attraverso uno sviluppo crescente di rigassificatori.
La bozza di documento per la consultazione della Strategia Energetica Nazionale in pagina Approfondimenti