L’energia ai tempi del governo Meloni. 3 miliardi per le bollette per 3 mesi. Sì al nucleare
La presidente del Consiglio nel suo video ha parlato di 1,6 miliardi per rafforzare i bonus sociali (tra 200 e 500 euro) e 1,4 per le imprese che a gennaio hanno subito aumenti fino al 27%.
Il governo ha stanziato 3 miliardi di euro per fronteggiare il caro bollette. Circa 1,6 miliardi di euro per le famiglie e 1,4 miliardi per le imprese, ha detto la premier Giorgia Meloni in un video dopo il Consiglio dei ministri che lo ha varato. Il provvedimento sarà però di durata ridotta e sarà limitato al prossimo trimestre.
"Con questo intervento le famiglie con reddito fino a 25mila euro di Isee, quindi la stragrande maggioranza, potranno contare nel prossimo trimestre su un sostegno di circa 200 euro se ne faranno richiesta. È un contributo che salirà fino a 500 euro per chi ha già i requisiti per il bonus sociale quindi i nuclei fino a 9.530 euro". "Andiamo incontro anche alle imprese, in particolare tagliamo gli oneri di sistema per le piccole e medie imprese, assicuriamo così una riduzione delle prossime bollette che si aggira intorno al 20%".
"Per le piccole imprese – ha precisato in conferenza stampa il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti - c'è l'azzeramento della componente Asos degli oneri di sistema per tutti i clienti non domestici con potenze superiori a 16,5 kWh". Inoltre, nel decreto Bollette "c'è la disposizione che anticipa per gli energivori, quindi per i grandi, i 600 milioni derivanti dalle aste Ets".
L’allarme di Confcommercio
L’intervento del governo nasce dopo l’ultimo allarme proveniente da Confcommercio-Imprese che ha denunciato a gennaio un aumento della bolletta elettrica in media del 24% rispetto a gennaio 2024 e del 56,5% rispetto al 2019. Aumenti anche per il gas con un +27% rispetto all'anno scorso e +90,4% rispetto al 2019". I settori più penalizzati, sommando i costi della bolletta elettrica con quella del gas di gennaio 2025, sono gli alberghi di medie dimensioni con 10.651 euro di spesa media mensile, seguono i negozi di grandi dimensioni (6.854 euro), gli hotel di piccole dimensioni (6.132 euro), i negozi alimentari (2.653 euro), i ristoranti (2.468 euro), i bar (1.159 euro), i negozi non alimentari (982 euro).
I dati, sottolinea Confcommercio, "risultano penalizzanti per la competitività delle nostre imprese nel confronto con gli altri Paesi europei". A gennaio 2025 il prezzo dell'energia elettrica in Italia (143 euro/MWh) è risultato più alto del 40% rispetto alla Spagna e di quasi il 30% rispetto a Francia e Germania. Ma siamo solo a inizio anno. Guardando allo scorso biennio, il divario è costantemente aumentato: nel 2023 il prezzo dell'energia elettrica in Italia era più alto del 24% rispetto a quello francese, e maggiore - rispettivamente - del 33% e del 41%, rispetto a quello tedesco e quello spagnolo; nel 2024 lo stesso differenziale è salito a +49% (rispetto al prezzo francese), a +42% (rispetto alla Spagna) e +31% (rispetto alla Germania).
"Va evidenziato che, tra il 2019 e il 2024, l'energia elettrica in Italia è aumentata del 107%, mentre in Francia di appena il 39% e in Spagna solo del 32%. Più alto l'incremento registrato in Germania (+74%), dove comunque l'aumento percentuale non è paragonabile a quello registrato nel nostro Paese", specifica l'associazione.
L’allarme è condiviso anche da Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione. "Negli anni le imprese della Distribuzione Moderna hanno continuato a investire in azioni di contenimento dei consumi energetici, ma hanno costi non comprimibili. Si pensi ad esempio all’importanza della climatizzazione dei punti vendita o della tenuta delle catene del freddo. Il nostro è un settore energivoro, seppur non classificato come tale, ed è necessario che misure di tutela dall’incremento delle tariffe, oltre a essere correttamente orientate alle famiglie e a soggetti economici più fragili, tengano in considerazione un settore importante come la Distribuzione Moderna, che costituisce una parte cruciale del tessuto economico. In un periodo di grandi sfide, le nostre imprese devono poter contare su politiche di sostegno lungimiranti che ne garantiscano la tenuta e la capacità di investimento”.
Le critiche e le proposte di Landini-Schlein
Sul tema del caro-energia si registrano in settimana le critiche della Cgil e una proposta dal Pd. Il segretario Maurizio Landini ha ricordato che "a partire dallo scoppio della guerra c'è stato il fenomeno dell'aumento dei profitti delle imprese che danno o gestiscono l'energia senza precedenti. E i governi non sono stati capaci di andare a prendere un euro in più su questi profitti, anche per poter abbassare le tariffe.
Questo tema va affrontato" ha dichiarato a margine dell'assemblea sui referendum che si è svolta a Milano.
"È un problema molto serio, perché il costo dell'energia nel nostro Paese è il più alto che c'è in Europa”.
La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha proposto, per far fronte al caro bollette, il disaccoppiamento del prezzo dell'elettricità da quello del gas e un nuovo ruolo per Acquirente unico. Un doppio argomento che raccoglie l’apprezzamento anche del sindacato che parla di “un organismo unico che sia in grado di garantire anche tariffe più accessibili per tutti, oltre ad aiutare i più fragili”.
Per i consumatori il "decreto è insoddisfacente. Bene l'intervento sui bonus sociali, con l'estensione fino a 25mila euro di Isee, ma è una beffa il limite di 3 mesi, per non dire una presa in giro. La misura per essere efficace andava adottata in modo strutturale, non certo per un trimestre. Le famiglie povere devono avere garanzie sul loro futuro, sapere a quali spese dovranno far fronte, visto che non riescono a far quadrare i loro conti. Il paradosso, poi, è che tra 1 mese e mezzo i caloriferi saranno spenti in tutta Italia e ora che il provvedimento diventerà operativo le bollette scenderanno al punto che le famiglie beneficiarie potrebbero andare addirittura a credito, visto che il bonus di 200 non pare commisurato all'importo della bolletta" afferma Marco Vignola, vicepresidente dell'Unione Nazionale Consumatori.
La legge delega sul nucleare
Con il decreto bollette in Consiglio dei ministri è stata approvata anche la legge delega sul nucleare (i cui documenti integrali li trovi in pagina). Il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, presentando il disegno di legge ha detto che "è una completa rottura rispetto alle esperienze precedenti: guardiamo a fusione e a fissione di nuova generazione con strumenti completamenti diversi rispetto alle grandi centrali".
Non è d’accordo la coalizione 100% Rinnovabili Network, formata da esponenti di decine di Università e Centri di ricerca, da Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente e Wwf. Le centrali nucleari a fissione, anche se aggiornate e meno grandi, sono vecchie e in declino perché molto costose e perché generano rifiuti altamente radioattivi e pericolosi per molte migliaia di anni. È possibile, più ecologico ed economicamente conveniente decarbonizzare l’elettricità puntando solo sulle rinnovabili, come sta facendo la maggioranza dei Paesi europei. Così la coalizione 100% Rinnovabili Network commenta il Ddl approvato in Consiglio dei Ministri dal Governo Meloni: “Mentre il 13 dicembre scorso il Consiglio regionale del Veneto, con voto unanime, ha respinto l’ipotesi di localizzare un reattore nucleare SMR a Marghera, mentre dopo 13 anni di procedure non è ancora stato localizzato un deposito per rifiuti radioattivi, mentre cittadini e imprese sono preoccupati per le bollette, il Governo Meloni propone un DDL che, in modo antistorico e ideologico, avvia la normativa per tornare a costruire in Italia centrali nucleari a fissione”.