Enipedia. Descalzi, nel piano 2018-2021 la spesa Italia sale a 22 miliardi
Fino a 8 miliardi di investimenti: le spese sono suddivise tra raffinazione, sicurezza, green business ed esplorazione
L'Eni nel piano 2018-2021 prevede per l'Italia "una spesa pari a 22 miliardi, di cui 7-8 miliardi di investimenti". Lo ha detto l'amministratore delegato Claudio Descalzi (nella foto) intervenendo all'assemblea degli azionisti. "Nel 2014-2017 - ha ricordato Descalzi - abbiamo speso in Italia 20 miliardi, quindi il nuovo piano ha un aumento di circa due miliardi di spesa". La fetta più grossa di spesa è riservata alla raffinazione (25%), seguita da spese in sicurezza e ambiente e green business (che sale dal 21 al 24%). Il 18% è poi riservato all'esplorazione, il 15% al gas and power, il 12% a Versalis e il 6% al supporto al business.
La terza unità produzione di Zohr - Avviata la terza unità di produzione (T-2) del progetto Zohr, che porterà la capacità complessiva installata a 1,2 miliardi di piedi cubi di gas al giorno (bcfd). Zohr ora sta producendo 1,1 bcf in ramp-up, equivalenti a circa 200mila barili di olio equivalente al giorno (boed), di cui 75.000 attualmente in quota Eni. Questo risultato, definito dal Gruppo "straordinario", è stato conseguito a soli pochi mesi dall'avvio del giacimento, avvenuto a dicembre 2017.
Approvato il bilancio - Gli azionisti dell'Eni approvano bilancio e dividendo e si preparano, superati gli anni funestati dal crollo del prezzo del petrolio, a una nuova stagione di crescita, che potrebbe portare anche a nuovi rialzi della cedola. Questo, in estrema sintesi, quanto emerge dalla lunga assemblea del gruppo petrolifero, caratterizzata anche da alcuni interventi sui procedimenti giudiziari che coinvolgono in questo momento l'azienda o i suoi dirigenti. Con il 99% dei voti favorevoli, i soci hanno approvato il bilancio 2017 che si chiude con il ritorno all'utile (3,43 miliardi, contro la perdita di 1,4 miliardi del 2016) e dato il via libera al dividendo, che ancora per l'anno passato è rimasto a quota 0,80 euro. I due azionisti forti Cdp e ministero dell'Economia, rispettivamente possessori del 25,7% e del 4,3% del capitale, incassano così 747 e 126 milioni di euro. Dall'anno prossimo, comunque, la somma a disposizione dei soci sarà maggiore, perché il management ha già annunciato che il dividendo salirà a 0,83 per azione. Non solo: come ha spiegato proprio oggi la presidente Emma Marcegaglia, si tratta solo di "un primo passo, che potrà essere seguito da altri, in funzione della evoluzione dello scenario e della strategia, che passerà da una fase difensiva a una espansiva in tutti i settori". L'Eni, infatti, è "pronta a crescere anche in scenari bassi di prezzo".