A Est: Basf con Gazprom, aste russe, Ucraina arrabbiata, Turchia frena
Si muove lo scenario geopolitico
Gazprom e Basf riprendono un accordo di scambio abbandonato anni fa. La Russia ha cominciato le vendite all’asta di gas. Spinta dagli Usa, la Turchia congela ogni accordo per un gasdotto con i russi. La geopolitica fra Europa e Asia si arricchisce di nuovi scenari.
L’accordo della Gazprom in Germania - La Basf, società petrolchimica tedesca, ha concluso un accordo con la Gazprom per realizzare un asset swap, un progetto già disegnato ma archiviato a fine 2014 sulla scia della crisi tra la Russia e l'Occidente. Lo scambio di beni, annunciato nel 2012, dovrebbe essere completato "entro la fine del 2015", spiega una nota.
L'intesa prevede che Basf ceda a Gazprom le attività di commercializzazione e stoccaggio del gas, che i due gruppi gestiscono congiuntamente.
Gazprom avrà il 50% di Winters Hall Nordzee, controllata Basf e attiva nell'esplorazione di gas e petrolio nel mar del Nord. In cambio, Basf riceverà il 25% più un'azione del giacimento di gas naturale e condensato in Siberia di Gazprom, con un volume di 2,4 miliardi di barile equivalenti petrolio. L'operazione è prevista per il 2018.
"La Commissione europea aveva già approvato l'operazione a dicembre 2013", ricorda Basf in un comunicato. A settembre 2013, Gazprom e Basf avevano deciso di chiudere la transazione nel 2014 e non nel 2013 come previsto inizialmente. Poi, nel 2014, i due gruppi avevano annunciato che l'operazione non si sarebbe conclusa, senza fornire spiegazioni.
L’asta della Gazprom - La prima asta lanciata da Gazprom per vendere gas in Europa settentrionale si è conclusa con la vendita di un terzo dei volumi di gas inizialmente offerti, 3,2 miliardi di metri cubi. La compagnia ha firmato oltre 40 accordi con 15 clienti per circa un miliardo di metri cubi di metano. Erano 39 le compagnie che avevano dimostrato interesse per l'asta. Le vendite si sono svolte in tre sessioni quotidiane per quattro giorni, dal 7 al 10 settembre. I prezzi base d'asta si sono rivelati superiori rispetto ai contratti di lungo termine per l'Europa centrale e del Nord, compresa la Germania.
L’Ucraina preoccupata - La Commissione europea cerca di evitare una nuova "guerra del gas" tra Mosca e Kiev per il prossimo inverno, che metterebbe in pericolo gli approvvigionamenti di gas russo verso l'Europa, in transito nell'Ucraina. Kiev perderà due miliardi di dollari l'anno con l'espansione del North Stream, il sistema di gasdotti che trasporta il metano russo direttamente in Germania attraverso il Mar Baltico scavalcando l'Ucraina, da cui attualmente passa buona parte del gas russo diretto in Europa. Lo ha detto il premier ucraino Arseni Iatseniuk.
Il vicepresidente della Commissione europea e commissario Energia Maros Sefcovic ha incontrato il ministro dell'Energia russo Aleksandr Novak e il Ceo di Gazprom Aleksei Miller: la riunione, dice la Commissione Ue, “è stata anche l'occasione di uno scambio sui temi riguardanti le relazioni energetiche Ue-Russa e le infrastrutture energetiche”. L'obiettivo è preparare il prossimo round di negoziati trilaterali con l'Ucraina per “finalizzare un nuovo pacchetto energia nel prossimo futuro”.
La Turchia frena - La Turchia ha annunciato che i negoziati condotti da diversi mesi con la Russia per il progetto di costruzione del gasdotto Turkishstream sono al momento congelati, in mancanza di un accordo tra le parti. “Non sto dicendo che i colloqui siano falliti - ha spiegato (sul quotidiano turco Hurriyet) Sefa Sadik Aytekin, vicesottosegretario all'Energia e alle risorse naturali - sto dicendo che sono congelati”.