Petrolio. La Basilicata chiede all’Eni di intervenire su Cova Viggiano
Rilevata la presenza di inquinanti. La Regione chiede alla compagnia petrolifera di risanare il punto inquinato. Alghe all’origine del colore scuro nelle acque del lago artificiale del Pertusillo
Sette campioni prelevati dall'Arpab fuori dal Centro Oli di Viggiano (Potenza) dell'Eni - in cui si lavorano decine di migliaia di barili di petrolio estratto dai giacimenti della Val d'Agri - hanno rilevato la presenza di manganese, ferro e idrocarburi policiclici aromatici. Lo hanno reso noto, a Potenza, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd), l'assessore regionale all'ambiente, Francesco Pietrantuono (Psi), e il direttore generale dell'Arpab, Edmondo Iannicelli.
Le analisi sono state fatte dopo un'avaria in un pozzetto avvenuto nello scorso mese di febbraio nel Centro Oli. La Regione Basilicata ha già chiesto all'Eni di intervenire sia per questo inquinamento sia per bloccare tre dei quattro serbatoi all'interno del Centro Oli, che non hanno doppio fondo. Pittella, in pratica replicando all'amministratore delegato dell'Eni Claudio Descalzi che, la scorsa settimana, aveva detto che la compagnia era pronta a fare altri grossi investimenti in Basilicata, ha detto: "Prima l'area del Centro Oli deve essere messa in sicurezza, poi possiamo parlare dei progetti futuri dell'Eni".
Indagini dell'Arpab sono state fatte anche nelle acque della diga del Pertusillo, sempre in Val d'Agri, dove era stata notata una colorazione scura dell'acqua.
Le analisi hanno dimostrato che si tratta di un processo dovuto alle alghe: nella diga, usata anche a scopi potabili in Puglia, non vi sono tracce di idrocarburi. "La diga - ha detto Iannicelli - è un sorvegliato speciale, sottoposto a stretta sorveglianza".