Petrolio: con il rincaro, l’Opec e la Russia non vogliono più tagliare
L'ipotesi di congelare la produzione era emersa a inizio d'anno, quando i prezzi erano sotto i 30 dollari
L'Opec è “molto soddisfatta” dell'andamento del mercato petrolifero e del “ribilanciamento” che aiuterà a rafforzare ulteriormente il prezzo. È quanto ha affermato il nuovo ministro dell'Energia dell'Arabia Saudita Khaled al-Falih. “Tutti sono molto soddisfatti del mercato che si sta ribilanciando. La domanda è sana e robusta, le forniture non Opec sono in calo. I prezzi risponderanno al ribilanciamento del mercato”, ha osservato il ministro saudita.
Il congelamento - L'ipotesi di congelare la produzione è emersa all'inizio dell'anno, quando i prezzi erano finiti sotto i 30 dollari. L'accordo sul congelamento della produzione è saltato dopo il vertice di Doha dell'aprile scorso per i contrasti tra Arabia Saudita e Iran.
I russi - L'idea del congelamento della produzione petrolifera ha perso la sua rilevanza sulla sfondo dei recenti aumenti del prezzo del barile. Lo ha detto il ministro russo dell'Energia Aleksandr Novak. “Visto che il rimbalzo dei prezzi del petrolio è stato piuttosto significativo in confronto all'inizio dell'anno, il tema del congelamento (della produzione) per ora ha perso di attualità. Vediamo come si svilupperà la situazione”.
Gli arabi - “Riteniamo di essere sulla strada giusta”, ha aggiunto Falih, recentemente nominato dal principe Mohammed bin Salman. “Il mercato sta facendo abbastanza bene da solo. Saremo molto delicati nel nostro approccio e faremo in modo di non provocare shock”, ha precisato. “Le nostre preoccupazioni sono per la stabilità nel lungo termine, che comprende che le abbondanti forniture incontrino la domanda crescente e assicurino la ripresa economica che non è fortissima e che noi vogliamo rendere più robusta. Non vogliamo assolutamente alcuno shock nel breve come nel lungo periodo, perché vogliamo incoraggiare gli investimenti”.