Petrolio. Voci dal vertice Opec di Algeri. L’Iran: il greggio non è un’arma
L’energia non va utilizzata alla stregua di un'arma come fanno alcuni Paesi, creando disordini sociali e politici e difficoltà economiche ad altri. Lo dice il ministro persiano Zanganeh
Il mercato internazionale guarda con molto interesse al vertice Opec di Algeri, appuntamento non ufficiale dei paesi produttori di petrolio, dal quale si aspetta indicazioni su possibili accordi per il congelamento della produzione. Vi sarebbero, in particolare, indicazioni positive da parte di Arabia Saudita e Iran circa la volontà di operare con la Russia in questo senso, pur non essendo quest'ultima un membro dell'Opec. Nella riunione Opec di Doha dello scorso aprile, i principali paesi produttori non sono riusciti a trovare un accordo per congelare la produzione e aumentare i prezzi. L'Arabia Saudita, in particolare, non ha avvallato la proposta a causa dell'assenza dell'Iran dai colloqui: Riad, infatti, sostiene di voler frenare la sua produzione solo se l'Iran è disposta a fare altrettanto.
L’Arabia si adegua - L'Arabia Saudita si adeguerà alle decisioni della maggioranza nel corso della riunione informale dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) prevista domani ad Algeri, a margine del 15mo Forum internazionale sull'energia (Ief 2016). Lo ha detto il ministro saudita dell'Energia, Khalid al Falih, prima di partecipare ai lavori ospitati nella capitale algerina. "Ci sono ancora due giorni di tempo prima dei risultati di questo incontro, ma io sono molto ottimista sulle prospettive del mercato petrolifero", ha detto. "Le indicazioni sono buone: nelle ultime tre settimane abbiamo registrato un impoverimento degli stock negli Stati Uniti, cosa che probabilmente farà aumentare i prezzi", ha detto ancora Al Falih.
L’Iran: il petrolio non è un’arma - Il petrolio "non va utilizzato alla stregua di un'arma" come fanno alcuni paesi, "creando disordini sociali e politici e difficoltà economiche ad altri". È il messaggio inviato dal ministro del Petrolio iraniano, Bijan Zanganeh, all'International Energy Forum ad Algeri, il quale domani ospiterà un vertice informale dell'Opec al quale non dovrebbe partecipare, come era apparso inizialmente, il delegato russo. Zanganeh ha attaccato "alcuni governi che hanno abbassato i prezzi per colpire altri produttori" e ha affermato che "bisogna evitare di politicizzare il mercato petrolifero". Il riferimento è all'Arabia Saudita, Paese rivale dell'Iran non solo sul mercato del greggio ma anche in scenari di crisi come la Siria e lo Yemen. Le distanze tra le due potenze mediorientali appaiono quindi ancora eccessive perché domani si possa sperare in un accordo risolutivo. L'Iran ha sempre escluso la possibilità di partecipare a un congelamento congiunto della produzione in quanto, in seguito al ritiro delle sanzioni, intende riportare la produzione ai livelli precedenti le restrizioni economiche.