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Il rigassificatore di Vado Ligure. Le risposte di Snam alle questioni sollevate dal territorio

where Savona when Gio, 03/10/2024 who roberto

Snam ha provveduto a fornire le integrazioni richieste dalle recenti osservazioni. I criteri tecnici sulla dislocazione della Fsru; le variazioni allo studio di incidenza; la questione del voto (che non inciderà)

Continua a non piacere ai comitatiitalislng-snamfsru.jpg locali la ricollocazione del rigassificatore che da Piombino dovrebbe approdare al ponente ligure tra due anni. I comitati locali del savonese hanno sollevato in particolare quattro criticità, di cui due che riguardano questioni di impatto ambientale e di collocamento della nave tra Savona e Vado Ligure, e altre due più “politiche” e legate alle imminenti elezioni regionali e alla più ampia strategia energetica derivante dal ricorso al gas per le future forniture del nostro Paese. Noi, come sempre, abbiamo cercato di fare chiarezza verificando e confrontando le ragioni degli oppositori con quelle addotte da Snam che abbiamo interpellato.

Perché proprio là
Partiamo dal ricollocamento della nave rigassificatrice Fsru (Floating Storage and Regasification Unit) che dovrebbe, come già fa a Piombino, ospitare 170mila metri cubi di gas liquefatto e gestire 5 miliardi di metri cubi l’anno. Il ministero dell’Ambiente, nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale, ora in corso, ha espresso una serie di osservazioni chiedendo a Snam di produrre altri approfondimenti, anzitutto sul collocamento della nave e sull’impatto sul territorio e sulla costa. Come si è arrivati a decidere che la FSRU dovrà stazionare al largo di Vado Ligure, in provincia di Savona? Perché a circa 4 chilometri dalla costa, dove rimarrebbe per 17 anni? Perché non altrove?  Snam ricorda, di aver preso in considerazione molte possibili collocazioni della nave rigassificatrice nel Centro Nord del Paese. L’individuazione di Vado Ligure ha risposto a precisi criteri di carattere tecnico: lo specchio acqueo è adatto per l'ormeggio della Fsru Italis Lng (ex Golar Tundra) e per le operazioni delle navi metaniere; dopo 4 km il fondale degrada notevolmente; la breve distanza tra il posizionamento della nave e la rete nazionale di trasporto gas naturale (in questo caso, circa 20 chilometri); la capacità della rete di sostenere in sicurezza una portata che può raggiungere i 5 miliardi di metri cubi di gas l'anno; la necessità di garantire al Centro-Nord del Paese i flussi necessari anche in base ad una domanda più alta, dovuta alla presenza delle industrie; l’esigenza di non “congestionare” la rete nazionale , da dove, dopo il conflitto russo-ucraino e il capovolgimento dei flussi gas, provengono i maggiori volumi in ingresso nel Paese. La società ha quindi fornito nelle scorse settimane le integrazioni richieste dalle osservazioni pubblicate ad agosto. Sono risposte volte a ribadire “come i diversi studi condotti, dal punto di vista tecnico, scientifico così come della sicurezza – svolti anche con il supporto di realtà terze, competenti per i diversi ambiti - garantiscono la conformità del progetto ai più elevati standard richiesti dalle normative vigenti. L’iter del progetto, pertanto, prosegue secondo le modalità stabilite”.
 
Le integrazioni allo studio d’incidenza
Quanto poi all’impatto sul territorio e per rispondere alle osservazioni ricevute, Snam ha anche integrato lo studio di incidenza, nel quale sono state considerate le aree marine protette. Il piano di monitoraggio ambientale è stato aggiornato estendendo i punti di prelievo anche a maggiori distanze al fine di verificare le condizioni in corrispondenza delle aree marine tutelate. “In generale i potenziali impatti valutati in fase di cantiere e di esercizio dell’opera in progetto saranno generalmente nulli o del tutto trascurabili in corrispondenza dell’Area Marina Protetta. Tali valutazioni potranno, ad ogni modo, essere verificate e confermate attraverso l’attuazione del Piano di Monitoraggio Ambientale”.  Diverse sono state le ottimizzazioni progettuali introdotte che hanno consentito di ridurre, ad esempio, l’impronta del progetto sul fondale marino.
 
Al voto, al voto (ma nulla cambierà)
Su tutta la vicenda, è inutile dirlo, pesa anche il caso giudiziario che ha coinvolto l’ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e che ha portato alle sue dimissioni (peraltro decadendo anche dalla carica di commissario straordinario per la realizzazione del rigassificatore) e alla necessità di indire nuove elezioni previste per fine ottobre. Ma il nuovo governatore della Regione può cambiare il corso dell’iter progettuale, o addirittura farlo saltare? Assolutamente no. Nonostante la poltrona commissariale sia vacante, la fase autorizzativa del progetto di ricollocamento della Fsru Italis Lng dal porto di Piombino a Vado Ligure, previsto nella seconda metà del 2026, sta seguendo il suo normale iter procedurale. Attualmente la documentazione è sotto l’esame ambientale della commissione Via del ministero dell’Ambiente. Il sottotitolo è dunque: oggi nulla potrà cambiare e il nuovo governatore che verrà eletto non potrà modificare una decisione che rimane di carattere nazionale.
 
Il gas come strategia
Capitolo strategia energetica futura: più volte rispetto a questi progetti si creano opposti schieramenti su cosa fare per preservare la sicurezza energetica del Paese ma anche per la competitività delle imprese. In sostanza: serve o non serve ricevere gas via nave nel Tirreno? Allo stato attuale i residui flussi di gas in ingresso verso l’Unione europea dalla Russia, in attesa della definitiva scadenza dei contratti di transito attraverso l'Ucraina, restano invariati e costanti a circa 40 milioni di metri-cubi al giorno. Questo dato però si colloca in un panorama energetico europeo variegato dove l’Italia, all’indomani dello scoppio del conflitto russo-ucraino, si è garantita una strategica diversificazione degli approvvigionamenti gas che hanno permesso di affrontare con flessibilità la crisi energetica e di ridurre i flussi dalla Russia. In questa ottica il Gnl (gas naturale liquefatto, quello che arriva via nave e non attraverso le condotte sotterranee o sottomarine) è da considerare un elemento strategico di stabilizzazione del sistema e di sicurezza nazionale: nel 2023 è arrivato a coprire un quarto degli approvvigionamenti nazionali di gas e che, nei primi due mesi del 2024, ha addirittura superato il principale entry point italiano via pipeline (Mazara del Vallo), confermandosi adesso stabilmente seconda tipologia di import. Il 2023 ha registrato l’entrata in esercizio, a Piombino, del rigassificatore galleggiante Italis Lng, che ha portato a 23 miliardi la capacità di rigassificazione complessiva del Paese. Con l’entrata in esercizio del rigassificatore offshore BW Singapore, prevista a Ravenna entro la prima metà del 2025, tale capacità salirà fino a 28 miliardi di metri cubi, valore corrispondente al gas importato attraverso Tarvisio nel 2021. Come a dire: se per il nucleare c’è da attendere ancora qualche anno e qualora l’elettrificazione da rinnovabili non dovesse giungere a compimento, viste le incognite belliche e del meteo di un inverno insolitamente gelido, il gas può ancora svolgere un ruolo importante per la sicurezza delle forniture nel nostro Paese.

immagini
Fsru Italis Lng