Alla Saipem contratti di perforazione per 240 milioni di dollari. Il processo in Algeria
Dieci gli imputati; prossima udienza il 6 febbraio. L’accusa è di aver versato una tangente da 198 milioni di dollari. Gli accordi di nuove perforazioni onshore riguardano lavori in Arabia Saudita, Marocco, Bolivia e Argentina
La Saipem si è aggiudicata nuovi contratti e l'estensione di accordi esistenti nell'ambito della perforazione onshore in Arabia Saudita, Marocco, Bolivia e Argentina per 240 milioni di dollari.
Per Stefano Cao, amministratore delegato di Saipem, con queste nuove acquisizioni "Saipem consolida la propria pluriennale presenza in Medio Oriente e America Latina in vista di una crescita del mercato della perforazione in queste aree strategiche del mondo".
Nel frattempo sono stati riuniti in un unico dibattimento il filone del processo sul caso Saipem-Algeria, dove è stata ipotizzata una tangente da 198 milioni di euro versata all'ex ministro dell'Energia algerino e a carico della partecipata di Eni e di altre 6 persone e quello a carico di Paolo Scaroni, ex ad dell’Eni, di Antonio Vella, ex responsabile per il nord Africa, mandati a giudizio lo scorso luglio sia per la presunta tangente che per un'ulteriore contestazione. Lo hanno deciso i giudici della quarta sezione penale di Milano (presidente del collegio Giulia Turri) che, dopo aver respinto alcune eccezioni preliminari, tra cui quella sulla "genericità" del capo di imputazione presentata dalla difesa di Eni, hanno rinviato l'udienza al 6 febbraio.
Per quella data, in sede di richiesta prove, le difese potranno esprimersi su alcune produzioni di documenti della Procura e poi i giudici decideranno sulle prove il 20 febbraio, giorno in cui verranno sentiti anche i primi testi.
Scaroni, Vella ed Eni erano stati prosciolti dal gup Alessandra Clemente per la presunta tangente, così come erano stati scagionati insieme a tutti gli altri imputati - per i quali il gup aveva, invece, disposto il processo che era quindi già in corso (sono stati ascoltati quattro testimoni) - per un'ulteriore vicenda di presunta corruzione legata all'acquisizione da parte del colosso petrolifero italiano di First Calgary Petroleums.
Contro i proscioglimenti, poi, la Cassazione aveva dato ragione alla Procura e, quindi, è stata ricelebrata una nuova udienza preliminare davanti ad un nuovo gup, Manuela Scudieri, che ha poi rinviato a giudizio Scaroni e le altre persone.
Ora, dopo la riunificazione, il processo riguarderà 10 persone in totale, compresi Saipem, Pietro Varone e Pietro Tali, rispettivamente ex direttore operativo ed ex presidente ed ex ad di Saipem e Farid Noureddine Bedjaoui, l'uomo di fiducia dell'ex ministro algerino Chekib Khelil.