Energia

Oltre 700 dipendenti del settore petrolifero sono in sciopero dal 24 giugno, rivendicando il diritto di andare in pensione a 62 anni

La compagnia petrolifera norvegese Statoil ha annunciato che da lunedì a mezzanotte bloccherà la produzione negli impianti su terra a causa di uno sciopero.
L'annuncio ha provocato l'immediato rialzo in settimana del prezzo del Brent, che a Londra sale del 2,5% a 102,25 dollari al barile. Per Statoil, lo stop alla produzione nei giacimenti europei significherà una perdita giornaliera di 1,2 milioni di barili e costerà circa 520 milioni di corone (poco meno di 70 milioni di euro) al giorno. La decisione si deve al fallimento delle trattative con i sindacati in merito ai pensionamenti, che ha indotto l'associazione industriale Olf a proclamare la serrata.
Oltre 700 dipendenti del settore petrolifero, membri dei sindacati Industri Energi e Safe, sono in sciopero dal 24 giugno, rivendicando il diritto di andare in pensione a 62 anni,
vale a dire tre anni prima del limite di legge per i lavoratori del settore petrolifero.
“Purtroppo - ha dichiarato il negoziatore capo dell'Olf Jan Hodneland - non vediamo altra possibilità che annunciare la chiusura”.
Dall'inizio della crisi, i produttori di petrolio hanno perso oltre 2 miliardi di corone (circa 270 milioni di euro).