Trivelle. Artico, Obama ci ripensa e ferma le perforazioni
Marcia indietro sulle ricerche petrolifere al largo dell’Alaska dopo lo stop deciso dalla Shell
Barack Obama ci ripensa. E blocca la concessione dei permessi per le trivellazioni nell'Artico in Alaska per i prossimi due anni, rifiutando anche di estendere le licenze ottenute da Shell e Statoil durante l'amministrazione di George W. Bush.
Gli ambientalisti esultano alla decisione. L'Alaska invece la critica: lo stop rappresenta un duro colpo per l'economia dello stato, già alle prese con il calo dei prezzi del petrolio.
La decisione dell'amministrazione non sorprende, perché arriva poco dopo che Shell ha cancellato alcuni progetti nell'area a causa dei risultati deludenti preliminari e i bassi prezzi del petrolio, che rendono le trivellazioni in una regione ostile come quella dell'Artico dell'Alaska molto costose.Il Dipartimento dell'Interno aveva in programma la vendita di licenze per le trivellazioni nell'offshore Artico per il 2016 e il 2017. Il crollo del greggio e la conseguente pressione sui conti delle compagnie petrolifere ha però raffreddato l'interesse dei colosso energetici alla partecipazione alle gare.
“Non ha senso prepararsi alla vendita di licenze nell'Artico”, afferma il ministro degli Interni americano, Sally Jewell, sottolineando che a pesare è il calo delle quotazioni del petrolio e la recente decisione di Shell di sospendere il progetto, dal valore complessivo di 7 miliardi di dollari, dopo che le prime trivellazioni non hanno prodotto risultati.
La senatrice repubblicana dell'Alaska, Lisa Murkowski, critica il presidente americano per una decisione “sorprendete e limitata”.
Diverse compagnie petrolifere hanno sospeso i loro piani nell'Artico, dove con l'inverno le giornate sono corte e le difficili condizioni rendono le trivellazioni costose e potenzialmente pericolose per l'ambiente.