Trivelle. I comitati abruzzesi dichiarano guerra contro la Croazia
Lo sfruttamento dei giacimenti sulla sponda dalmata potrebbe portare danni anche all’Italia. I giacimenti sul lato italiano sono sfruttati da decenni con decine di piattaforme e centinaia di pozzi
I comitati abruzzesi contestano il programma croato di sfruttamento dei giacimenti sulla sponda dalmata dell’Adriatico. Viene contestato in particolare lo studio di impatto ambientale condotto dagli scienziati di Zagabria. Si tratta di uno studio molto completo condotto da un’équipe di scienziati di diverse discipline, gran parte dei quali croati. Anche i cittadini italiani possono esprimere commenti e pareri e inviarli al ministero dell’Economia in base alla Valutazione ambientale strategica che il Governo di Zagabria ha aperto a tutti i Paesi che si affacciano sull’Adriatico. L’Italia da decenni sfrutta la sua parte di Adriatico con decine di piattaforme petrolifere.
Dai comitati viene contestato il fatto che alcune correnti, a parere dei comitati, attraversano l’Adriatico. Lo sfruttamento dei giacimenti croati è "un'operazione che, viste le correnti dominanti da Est a Ovest, minaccia il turismo e la pesca italiani e mette a rischio il patrimonio naturale di 112 aree protette dalle norme italiane e comunitarie", dicono i comitati del coordinamento “No Petrolio - Sì Parco”.
Secondo questi comitati, "la documentazione depositata non risponde a quanto richiesto dalla Direttiva Vas, ma nemmeno agli obblighi derivanti dalla Direttiva Habitat che chiede la Valutazione di incidenza a tutela della Rete Natura 2000", e inoltre "a rischio sono le attività economiche fondamentali per lo sviluppo della costa adriatica italiana quali il turismo e la pesca". Tra le 112 aree protette interessate, sottolineano associazioni e comitati, ci sono "sei aree marine protette, un parco nazionale (quello del Gargano), dieci parchi regionali, 31 riserve naturali statali e regionali e 65 siti della Rete Natura 2000 distribuiti nella fascia costiera e nelle acque territoriali italiane".