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La Cina avvia il blocco dei rifiuti riciclabili di Europa e Usa

where Pechino (Cina) when Mar, 16/01/2018 who redazione

Nel 2016, i produttori cinesi e di Hong Kong avevano importato dai Paesi industrializzati 7,3 milioni di tonnellate di rifiuti plastici

ricicloplastica.jpgLa Cina ha avviato il blocco dei rifiuti riciclabili in arrivo da tutto il mondo. Per questo in Europa si stanno già avendo le prime rimanenze di tonnellate di plastiche, vetri, carta da macero, che il mercato continentale non riesce a smaltire e che la Cina non intende più assorbire come prima.  Nel 2016, i produttori cinesi e di Hong Kong avevano importato dai Paesi industrializzati - tra cui Europa, Usa e Giappone - 7,3 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, pari al 70% dei rifiuti plastici raccolti e selezionati.

La situazione adesso non sarà di facile soluzione, se si considera che in Europa si è registrato ormai il sorpasso del riciclo sull’avvio a discarica per i rifiuti plastici. Nel 2016 oltre 27 milioni di tonnellate di plastiche post-consumo sono state raccolte a livello europeo (UE + Svizzera e Norvegia), con un incremento del 5% rispetto al 2014. Di queste il 41,6% sono state avviate a termovalorizzazione, il 31,1% riciclate per via meccanica e solo il 27,3% è stato avviato a discarica, pari a circa 9 milioni di tonnellate. Ciò significa che il recupero di rifiuti plastici è arrivato al 72,7% contro il 69,2% del 2014.
 
In estate il Governo di Pechino aveva reso noto all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) che dal gennaio 2018 avrebbe imposto divieti all’importazione di 24 tipologie di materiali da riciclare: plastica riciclabile, residui tessili, carta di scarsa qualità, materiali spesso appesantiti da pietre e calcinacci, se non peggio. Si tratta dell’esito ultimo della campagna cinese contro la cosiddetta spazzatura straniera - soprattutto da Europa e Usa -, un mercato che nel 2016 era stimato in 17 miliardi di dollari (altri 4,6 miliardi la sola Hong Kong).
 
La decisione della Repubblica Popolare è motivata dalla sovrabbondanza di rifiuti riciclabili interni, che soddisfano ormai pienamente la domanda del Paese, mentre dagli Stati Uniti e dall'Europa la raccolta dei materiali per il riciclaggio non soltanto è diventata superflua, ma è anche rischiosa, perché sulle navi arrivano spesso, frammisti alle sostanze riutilizzabili, rifiuti sporchi o pericolosi, laddove la Cina è sempre più impegnata nella difesa dell'ambiente e ha pertanto fissato la percentuale dei materiali di scarto a un draconiano 0,03.
 
L'Italia, malgrado conti su una capacità di recupero e riciclaggio tra le maggiori in Europa (il 71% del vetro e l'83% della plastica), si ritrova con gli impianti di recupero energetico intasati e una crescente difficoltà nel trattare gli scarti provenienti dai processi di riciclaggio, destinata ad aggravarsi per lo stop cinese.

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