La crisi del riciclo: dalla Cina alle vicende di Cairo Montenotte e Corteolona
In Europa intasati gli impianti di selezione e trattamento. La guerra dei rifiuti. Coldiretti accusa le “agromafie”. Sotto accusa non gli incendiari, bensì il cronista che ha descritto gli eventi
Forse non è la guerra dei rifiuti di cui parlano alcuni, che immaginano potenti organizzazioni malavitose dietro gli incendi di impianti di riciclo in tutta Italia. Ma già la commissione bicamerale d’inchiesta Ecomafie guidata dalla parlamentare pd Chiara Braga ha censito 260 incendi contro impianti di selezione e trattamento dei rifiuti in tre anni.
I magazzini si ingolfano - Il sistema pare essere in crisi da quando la Cina ha chiuso le frontiere all’import di materie di risulta da riciclare. L’Europa e gli Usa non hanno più un mercato dei materiali di risulta e degli scarti ricuperabili; in Germania gli inceneritori si riempiono e le linee di riciclo si ingolfano; la Germania da mesi esporta verso l’Italia i rifiuti rigenerabili alla ricerca di uno sbocco, intasando magazzini e impianti in tutta Italia.
Gli incendi della Liguria - Alla Fg Riciclaggi è solo l'ultimo episodio di una serie di roghi che hanno interessato gli impianti di stoccaggio di rifiuti speciali o riciclabili in Liguria negli ultimi due anni. Lo stesso sito di Cairo Montenotte era stato interessato dalle fiamme già nel 2015: in quel caso ad andare a fuoco erano stati alcuni container di rifiuti ingombranti all'esterno del capannone. In Liguria si contano complessivamente nove casi, che hanno interessato sette aziende. In alcune di queste sono avvenuti incendi anche nel 2014 e 2015. Si sono registrati episodi in tutte le province liguri: nel 2016 sono stati danneggiati dal fuoco una discarica di rifiuti speciali a Lagoscuro, nel Comune di Sarzana (La Spezia), la Fideco di Pontedecimo a Genova, l'azienda di stoccaggio e recupero rifiuti Comet recycling a Stella (Savona); nel 2017 il fuoco ha colpito due volte la Saar a Cenesi, nel Comune di Cisano sul Neva (Savona), specializzata nello stoccaggio di rifiuti, già colpita nel 2014, ma anche a Follo (La Spezia) la Ferdeghini (due volte nel 2017 e una volta nel 2015), la Verde Liguria riciclaggi in località Canepari e, nel comune di Toirano (Savona), la Recup-Ferr che stocca rifiuti differenziati a Valle Armea di Sanremo (Imperia).
Il caso di Cairo Montenotte - L’altra settimana non erano ancora state individuate cause per la Fg di Cairo Montenotte. “Non abbiamo allo stato elementi per valutare le origini dell'incendio né per fare una stima precisa dei danni subiti”, dice l’azienda colpita. L'impianto antincendio “ha funzionato alla perfezione. Il materiale bruciato è prevalentemente quello derivante dalla raccolta differenziata nei Comuni. Ci siamo impegnati a lavorare fin da subito per la riattivazione dei servizi resi in favore del territorio, mettendoci immediatamente a disposizione delle Istituzioni competenti per tutto quanto necessario”. L’azienda “intende ringraziare, per l'impegno e la professionalità dimostrata, tutte le istituzioni intervenute, in particolare il Corpo dei Vigili del Fuoco, le Forze dell'Ordine, i dipendenti della Idealservice presenti, l'amministrazione comunale e le proprie maestranze che, con un lavoro incessante, hanno evitato danni irreparabili ai manufatti industriali presenti nel sito e nei comparti circostanti. Tale risultato è stato raggiungo anche grazie ad un perfetto funzionamento dell'impianto antincendio di cui il deposito è dotato per legge”. Ma sembra prevalere l'ipotesi del dolo, anche perché l'incendio è divampato in un giorno di pioggia. I responsabili della ditta Fg hanno assicurato che nell'area dell'incendio vengono stoccati materiali di carta, di plastica e di legno, ma non sostanze o materiali pericolose ed inquinanti.
La vicenda di Corteolona - Sono rientrati sotto la soglia indicata dall'organizzazione mondiale di sanità i livelli di diossine e furani nella zona del pavese dove, lo scorso 3 gennaio, è andato a fuoco un capannone. L'Arpa ha fornito i dati del periodo fra il 4 e il 5 gennaio che indicano un livello di 0,25 picogrammi equivalenti per metro cubo, al di sotto quindi della soglia di 0,3. Insomma un crollo (atteso) del livello che nelle ore immediatamente successive all'origine del rogo nell'area di Cascina San Giuseppe (tra il territorio dei comuni di Corteolona e Inverno) è arrivato a 11,9 picogrammi per metro cubo. Resta il fatto che negli ultimi mesi nel pavese si sono verificati troppi incendi di depositi di rifiuti, legali o abusivi, dalle cause dubbie e che comportano rischi per la salute della popolazione. Per questo è necessaria una mappatura completa di tutti i siti della provincia che potrebbero comportare problemi.
Il piano è del prefetto, Attilio Visconti, che ha tenuto un vertice con i sindaci della zona interessata dall'incendio, sul quale sta indagando ora la Procura con l'ipotesi di reato di incendio doloso.
I dati dell'Arpa sono la conferma che nel capannone sono stati bruciati rifiuti pericolosi accatastati abusivamente. In attesa di conoscere gli esiti dei controlli condotti dall'Arpa nei giorni successivi all'incendio (con la speranza che la pioggia abbia migliorato la situazione) e gli eventuali provvedimenti che verranno adottati dall'Ats (l'ex Asl), si cerca di evitare che in futuro si verifichino ancora episodi del genere. Così, su disposizione del prefetto entro il 30 gennaio da tutti i 188 Comuni della provincia di Pavia dovranno essere inviati in Prefettura gli elenchi dei depositi dove potrebbero essere nascosti rifiuti abusivi. In Prefettura sarà inoltre costituito un nucleo permanente di esperti che dovrà predisporre un piano di prevenzione a tutela dell'ambiente.
Le “agromafie” secondo la Coldiretti - Lo smaltimento illegale dei rifiuti è diventata una delle principali attività delle agromafie, che nel 2017 hanno sviluppato un business criminale di 21,8 miliardi, con una crescita del 30% rispetto all'anno precedente. È quanto afferma la Coldiretti, in riferimento al moltiplicarsi dei roghi di rifiuti di probabile origine dolosa con effetti preoccupanti sull'ambiente circostante, da Cairo Montenotte nel Savonese a Corteolona nel Pavese. A pagare il conto, sottolinea la Coldiretti, sono i cittadini e le imprese che vivono e lavorano sul territorio, a partire dall'agricoltura e dall'allevamento. Di fronte alle continue emergenze, continua la Coldiretti, occorre adottare tutti gli accorgimenti a tutela della sicurezza e della salute, accertare le responsabilità e avviare le necessarie azioni di risarcimento danni diretti e indiretti a favore delle comunità e delle imprese colpite. Sul piano strutturale, conclude la Coldiretti, occorre salvaguardare le aree a vocazione agricola, evitando l'autorizzazione di insediamenti potenzialmente a rischio e proteggendole con i controlli da quelli abusivi.
Giornalista sotto accusa - La rappresentanza sindacale dei giornalisti della Provincia pavese ha espresso solidarietà a Giovanni Scarpa, il cronista del quotidiano indagato per favoreggiamento personale a margine dell'indagine sull'incendio doloso del capannone di Corteolona (Pavia). “Il Comitato di redazione della Provincia pavese - si legge nel comunicato - esprime solidarietà al collega Giovanni Scarpa, indagato dalla polizia giudiziaria della Procura di Pavia per ”favoreggiamento personale” solo per aver svolto, scrupolosamente, il lavoro di cronista nella clamorosa vicenda, ripresa da tutti i media nazionali, dell'incendio al capannone di rifiuti stoccati abusivamente a Corteolona. Il Cdr ritiene che il provvedimento assunto nei confronti del collega sia un fatto molto grave e in netto contrasto con il diritto/dovere di cronaca”.