Economia circolare: il riuso crea occupazione e ha un importante impatto ambientale
La 24 ore organizzata dal Tavolo del Riuso il 21 e 22 novembre scorso ha registrato un ottimo successo
Evidenziare il valore economico e sociale e le possibilità di sviluppo del riuso in Piemonte e in Italia nell’ambito dell’economia circolare. Era l’obiettivo della 24 ore organizzata dal Tavolo del Riuso che, il 21 e 22 novembre scorso, ha registrato un ottimo successo di partecipazione.
Il riuso crea inclusione sociale - Le esperienze e le analisi presentate negli “Stati Generali del Riuso” organizzati insieme a Rete ONU dimostrano che il riuso è un settore che crea opportunità di lavoro e di reinserimento sociale attraverso organizzazioni e prodotti molto diversificati, che compongono nel loro insieme una vera e propria filiera del post-consumo. La cooperazione sociale impegnata in attività di riutilizzo impiega, nel solo Piemonte, diverse centinaia di addetti con lo scopo principale di costituire occasioni di lavoro e di inclusione sociale per soggetti altrimenti in difficoltà. Ha la specificità di abbinare attività di recupero e rivendita di beni scartati alla riparazione ed alla produzione di nuovi oggetti derivati dal riassemblaggio del materiale recuperato. Il Tavolo del Riuso dedicherà il prossimo anno a realizzare una ricerca con l’obiettivo di favorire l’ulteriore sviluppo delle imprese cooperative: appuntamento a novembre 2019 per i risultati. I raccoglitori definiti informali stanno cercando, ed in certi casi hanno realizzato, sistemi e modalità adeguate di organizzazione e riconoscibilità, che rispondano al giusto livello di dignità e di interlocuzione sociale. Contribuiscono a rimettere in circolazione centinaia di tonnellate di beni altrimenti destinati alle discariche e costruiscono così anche occasioni di lavoro che favoriscono percorsi di integrazione e di emersione dalla povertà. L’esperienza del mercato di Libero Scambio di Torino, nel frattempo, è diventata un modello per la Città di Palermo dove, al mercato di Ballarò, operano un migliaio di operatori informali, ribadiscono l’obiettivo di dare un’organizzazione al fenomeno e inserirlo in un percorso di legalità. I negozi dell’usato hanno messo in evidenza come i clienti del riuso non siano più semplicemente le persone con basso potere d’acquisto, ma come la clientela sia sempre più varia e attenta ad affermare, anche con gli acquisti, un peculiare stile di vita.
La proposta di legge sul riordino del settore - Nel corso della 24 Ore del Riuso è stato anche fatto il punto dei lavori in Parlamento sul PdL 1065, legge di riordino del settore che è stata incardinata in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. L’obiettivo della legge è innanzitutto quello di riconoscere la valenza ambientale e occupazionale del settore e di consentire agli operatori di agire in piena legittimità e legalità. Ricordiamo che al momento mancano anche i codici Ateco che consentono di operare nel settore del commercio di beni usati con pieno riconoscimento legale.
Dai vantaggi ambientali a quelli occupazionali - Le pratiche organizzate di riuso rappresentano un vantaggio ambientale enorme, che sottrae dallo smaltimento almeno mezzo milione di tonnellate di materiali ogni anno. Le ricerche presentate hanno messo in evidenza che almeno altre 600.000 tonnellate di materiali potrebbero essere riutilizzati se venisse praticata la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti urbani. Dal punto di vista economico, il mondo del riuso coinvolge almeno 50.000 attività, 80.000 persone impiegate e un volume di scambi che cresce di anno in anno (dati Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2018).