L’Industria della carta sostiene la proposta di modifica del Regolamento sulle spedizioni dei rifiuti
Assocarta accoglie la modifica dell'attuale regolamento sulle spedizioni di rifiuti sulla falsariga di quanto già espresso dalla Confederazione europea delle industrie cartaie (CEPI)
“Sosteniamo l’obiettivo di promuovere il riciclo all’interno dell’Unione Europea e di porre fine all'esportazione dei nostri rifiuti al di fuori della UE in linea standard ambientali europei. La carta da riciclare è una preziosa materia prima secondaria e fondamentale per garantire la nostra transizione verso un'economia circolare”. Così Massimo Medugno, Direttore Generale di Assocarta, che accoglie favorevolmente la proposta legislativa della Commissione di modifica dell'attuale regolamento sulle spedizioni di rifiuti sulla falsariga di quanto già espresso dalla Confederazione europea delle industrie cartaie (CEPI). Per l’industria cartaria europea è una priorità massimizzare l'utilizzo della carta da riciclare (PfR) in Europa e assicurarsi che il PfR venga usato dalle cartiere per produrre nuovi prodotti in carta e cartone.
La situazione in Europa
Nel 2020, in Europa (UE27, Regno Unito, Norvegia e Svizzera) la quantità totale di carta e cartone raccolta e riciclata nel settore della carta è stata di 56 milioni di tons, raggiungendo un tasso di riciclo del 73,9 %. Per la realizzazione di nuovi prodotti di carta e cartone sono stati utilizzati 49,6 milioni di tons di PfR, che costituiscono il 56,3% della quantità totale di carta e cartone prodotto, 10,3 milioni di tons sono stati scambiati all'interno del mercato interno e un volume netto di 6,2 milioni di tons (11% del totale 56 milioni di tons) è stato acquistato da paesi terzi, fuori dall'Europa (EU27, UK, Norvegia e Svizzera). La Cina non è più tra i principali destinazioni di esportazione del PfR europeo ma è stata superata da altri paesi come India, Turchia e Indonesia.
Obiettivi di riciclo con 13 anni di anticipo
“In Italia il riciclo nel settore dell’imballaggio in carta ha raggiunto l’87% grazie alle cartiere, in anticipo di 13 anni sugli obiettivi al 2035” aggiunge Medugno. Il testo rivisto propone obblighi aggiuntivi imposti alle società esportatrici UE per dimostrare che gli impianti di ricezione gestiranno i rifiuti in modo ecologicamente corretto, garantendo che gli impianti siano stati soggetti a un audit condotto da una terza parte indipendente e accreditata con qualifiche appropriate.“Cepi sostiene che le aziende esportatrici dovrebbero essere in grado di dimostrare che le loro esportazioni sono sostenibili e trattate in modo equivalente alla UE. Sebbene l'espressione "gestione ecologicamente corretta" sia spiegata all'articolo 56, su questo sono necessari ulteriori chiarimenti e orientamenti per garantire che le condizioni nel paese di destinazione seguano un livello simile di protezione della salute umana e dell'ambiente, come previsto dalla legislazione dell'Unione” prosegue Medugno. Inoltre, requisiti simili dovrebbero essere imposti anche alle esportazioni verso i paesi OCSE (non UE), stabilendo requisiti ai paesi importatori per dimostrare che sono già in grado di trattare i propri rifiuti domestici equivalenti utilizzando standard simili a quelli dell'UE. Sotto questo profilo, la UE non dovrebbe scambiare rifiuti con paesi che stanno creando strutture dedicate principalmente al trattamento dei rifiuti importati dalla UE, trascurando le raccolte differenziate nazionali.