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La polemica su rifiuti e termovalorizzatori. Piccola spiegazione e tutte le opinioni in libertà

where Milano when Mar, 20/11/2018 who roberto

Gli impianti che bruciano rifiuti in Italia sono complessivamente 56, dei quali gli inceneritori sono sette quasi tutti al Sud. Le dichiarazioni di Salvini, Di Maio, Costa, De Luca e Gava

C’è che li chiama inceneritori e chi terra-fuochi.jpgtermovalorizzatori, ma non sono la stessa cosa: i primi sono impianti che bruciano i rifiuti e basta, mentre i secondi sono impianti che bruciano i rifiuti per produrre energia. Gli inceneritori sono impianti vecchi, che oggi non si costruiscono più: si preferiscono i termovalorizzatori, che permettono non solo di distruggere i rifiuti, ma anche di produrre elettricità.
 
L’argomento che contrappone i leader dei partiti di Governo divide - in teoria - la gestione dei rifiuti urbani tra le due scuole di pensiero: quella della raccolta differenziata tout court (sempre e comunque preferibile perché virtuosa) e quella più “pragmatica”, laddove si presentino emergenze, che privilegia il ricorso ai termovalorizzatori in virtù della propria capacità di assorbimento dei rifiuti non gestiti correttamente, facendo guadagnare le aziende proprietarie e risolvendo annose questioni legate alla raccolta e soprattutto allo smaltimento di rifiuti.
 
Gli impianti che bruciano rifiuti in Italia sono complessivamente 56;  si tratta per la maggior parte di termovalorizzatori collocati al Nord, dove la differenziata è su livelli nord europei. Le principali strutture che producono energia sono quelle di Torino, Milano Brescia e Parma. A proposito di quest’ultimo, è bene ricordare che fu proprio a causa della struttura gestita da Iren, autorizzata in precedenza e non chiusa dal sindaco pentastellato Federico Pizzarotti, nacque la lunga querelle che portò all’allontanamento del primo sindaco “grillino” da parte dei M5S. Gli "inceneritori senza recupero energetico" sono pochi e soprattutto al sud: i principali sono a Porto Marghera (Venezia), San Vittore (Frosinone), Colleferro (Roma), Gioia Tauro (Reggio Calabria), Capoterra (Cagliari), Melfi (Potenza), Statte (Taranto).
 
Inceneritori e termovalorizzatori bruciano lo stesso tipo di rifiuti, quelli solidi urbani (piccoli imballaggi, carta sporca e stoviglie di plastica, ad esempio) e quelli speciali (derivanti da attività produttive di industrie e aziende). Per legge, la temperatura di combustione deve essere sopra gli 850 gradi, per evitare la formazione di diossine. Se la temperatura scende, si attivano bruciatori a metano. Rispetto agli inceneritori, i termovalorizzatori hanno in più dei radiatori dove l'acqua viene portata ad ebollizione, turbine azionate dal vapore e alternatori mossi dalle turbine che producono energia. Gli impianti più moderni distribuiscono anche acqua calda per i termosifoni delle case. Anche se l'impatto zero non esiste, come evidenziato da studi del Cnr e dell'Ispra, questi impianti sostanzialmente sono non inquinanti; resta però il problema degli scarti, in particolare ceneri e fumi. Per sopperire a questa complicazione, i moderni termovalorizzatori hanno 4 livelli di filtraggio per i fumi e sistemi di trattamento e riciclo delle ceneri molto avanzati. Anche per questo tutte le analisi epidemiologiche recenti condotte intorno agli impianti moderni non hanno evidenziato un aumento di patologie. Nel paesi del Nord Europa i termovalorizzatori sorgono in mezzo alle città. La combustione tuttavia produce CO2 e contribuisce all'effetto serra.
 
Matteo Salvini sul tema dei roghi nella Terra dei Fuochi
-  "Servono nuovi impianti e un termovalorizzatore per ogni provincia". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, intervenendo al termine di un comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza nella prefettura di Napoli. Il vicepremier ha aggiunto che "la salute dei cittadini campani è a rischio come in nessuna altra Regione d'Italia. Si rischia il disastro ambientale".
 
Di Maio risponde a Salvini - Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, in un post sulla sua pagina Facebook, si sofferma sulla questione della terra dei fuochi e ribatte a quanto affermato dal ministro Matteo Salvini: "Quando si viene in Campania - scrive Di Maio - e si parla di terra dei fuochi si dovrebbero tenere presenti la storia e le difficoltà di questo popolo. La terra dei fuochi e un disastro legato ai rifiuti industriali (provenienti da tutta Italia), non a quelli domestici". Per poi rimarcare: "Quindi gli inceneritori non c'entrano una beneamata ceppa e tra l'altro non sono nel contratto di governo. Lotta alla contraffazione, contrasto alle organizzazioni criminali, video-sorveglianza del territorio, bonifiche ed economia circolare. Tutte cose che sono nel contratto - conclude il vicepremier - e che stiamo affrontando con il ministero dell'Ambiente di questo governo".
 
Anche Costa risponde a Salvini - "Quando arriva l'inceneritore, o termovalorizzatore, il ciclo dei rifiuti è fallito". Così il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, sulla proposta del vicepremier Matteo Salvini.
"Stiamo lavorando ogni giorno per portare l'Italia, e non solo la Terra dei Fuochi, fuori dall'ormai cronico ritardo nella gestione del ciclo dei rifiuti. Stiamo completamente ribaltando il paradigma economico - spiega Costa - come anche prescritto nel contratto di governo. è l'impegno quotidiano del ministero dell'Ambiente. Riduzione, riuso, recupero, riciclo, sono le quattro R che devono diventare un mantra per tutti. I rifiuti possono essere una risorsa: per l'ambiente e per l'economia. Chi non è in sintonia con queste direttrici vive in un'epoca passata". È per questo che il ministero dell'Ambiente "ha creato una competenza apposita sull'economia circolare - precisa Costa -, è per questo che stiamo scrivendo le norme per regolamentare l'end of waste. Non possiamo permetterci di bruciare risorse economiche, e anche posti di lavoro, creando danni ambientali e alla salute. Come tantissimi imprenditori del settore hanno sottolineato, questa gestione virtuosa dei rifiuti è il futuro".
 
De Luca risponde a Salvini
- "Una posizione inaccettabile e lontana dalla realtà". Lo ha detto Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ai microfoni di Lira tv, in merito alle dichiarazioni del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, su un possibile disastro ambientale per la questione rifiuti in Campania. "La posizione di Salvini ci danneggia come Paese - ha affermato - perché in queste ore stiamo trattando, assieme al ministro Sergio Costa, con l'Europa, per far togliere all'Italia l'infrazione per reato ambientale per inadempienze". "Se un membro del Governo esce con quelle posizioni come si va a trattare a Bruxelles? - ha aggiunto - Sono 120mila euro di multa al giorno all'Italia". "Evitiamo di farci male - ha concluso - immaginando di guadagnare qualche voto".
 
Gava risponde al M5S
- "Tutti puntiamo all'obiettivo rifiuti zero. Ma se è giusto interrogarsi concretamente sulle forme future di produzione e di consumo, è assolutamente indispensabile assicurare nel tempo presente una gestione ordinata e industriale dei rifiuti. Che nelle regioni in cui è adottata, non casualmente, prevede l'impiego dei termovalorizzatori e contestualmente una percentuale di raccolta differenziata di livello europeo. Gli amici campani sanno perfettamente cosa ha prodotto in passato una politica scellerata di non governo dei rifiuti, che per decenni li ha condannati all'emergenza, esponendo la loro salute e il loro territorio meraviglioso a un rischio gravissimo. Non risulta che la terra dei fuochi sia stata la conseguenza dei termovalorizzatori, quanto piuttosto della resa della politica locale, irresponsabile e clientelare che ha spalancato le porte agli affari anche della camorra. Sulla pelle dei cittadini.” È quanto dichiara Vannia Gava, Sottosegretario all'Ambiente
 
Gava risponde a Fico - “È inquietante che il Presidente Fico si dichiari pronto a lottare contro la sua gente, contro la salute dei suoi concittadini e contro il buonsenso. Quella che il Presidente della Camera annuncia è una riedizione delle proteste di chi, con l'immondizia al terzo piano dei palazzi di Napoli, si opponeva al termovalorizzatore di Acerra. Quella fu una scelta giusta, come ha scritto allora anche il Ministro Costa sulla rivista ufficiale del Corpo Forestale dello Stato. Alzare un polverone aiuta, come sempre è stato, la malavita organizzata, che gode delle contraddizioni delle istituzioni e si copre dietro ad idee della tutela ambientale, forse belle, ma poco realistiche”.

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