Imballaggi

L’indagine aveva l’obiettivo di verificare la destinazione finale dei rifiuti di imballaggio dei negozi al dettaglio, della cui raccolta sono tenuti ad occuparsi i gestori dei servizi locali di igiene urbana

Nei negozi al dettaglio vengono dismesse ogni settimana complessivamente circa 2 milioni 200mila cassette vuote: il 40,4% di queste è in plastica, il 35,8% in legno e il restante 23,8% in cartone. Una volta esaurita la loro funzione, le cassette di legno nel 60,8% dei casi vengono destinate a riciclo o reimpiego.
È quanto rivela un’indagine commissionata da Rilegno, che aveva l’obiettivo di verificare la destinazione finale dei rifiuti di imballaggio dei negozi al dettaglio, della cui raccolta sono tenuti ad occuparsi i gestori dei servizi locali di igiene urbana. Lo studio ha coinvolto esclusivamente i dettaglianti non ambulanti (i fruttivendoli insomma), escludendo volutamente i mercati rionali, i centri commerciali e supermercati, così come i mercati ortofrutticoli all’ingrosso, spazi presso cui sono organizzate forme dedicate di raccolta. In poco meno della metà casi è il dettagliante a farsi carico di conferire le cassette vuote inutilizzabili presso le isole ecologiche comunali o ancor di più presso il punto di raccolta dedicato ubicato nel più vicino mercato ortofrutticolo all’ingrosso. Il 30% del campione segnala invece la presenza di un servizio di raccolta porta a porta delle medesime e, in misura comunque alquanto limitata l’opportunità di conferimento presso contenitori stradali per le raccolte differenziate. Oltre il 20%, infine, le consegna ai grossisti o ai produttori locali di frutta e verdura, presumibilmente per il loro successivo reimpiego. Se è vero che oltre il 60% delle cassette compie un percorso virtuoso, cosa succede al restante 40%? Si divide quasi equamente (21,1% e 18,1%) tra utilizzo “alternativo” in ambito domestico come combustibile in camini aperti o barbecue e il residuo smaltimento indifferenziato.