Studio, il pallet in legno è 13 volte superiore per attività antibatterica rispetto a quello in plastica
A sostenerlo è uno studio condotto in Germania, che evidenzia i vantaggi della struttura e della composizione chimica del legno, materiale naturalmente antimicrobico grazie alla sua porosità
Si possono impilare, immagazzinare, proteggono e trasportano le merci; inoltre, i pallet sono sempre più sostenibili, a ridotto impatto ambientale e antibatterici. A rendere il pallet EPAL più sicuro e ecologico rispetto a uno in plastica non è solo l’innovazione tecnologica del pallet intelligente, già immesso sul mercato, ma anche il materiale di cui è composto: il legno.
A dimostrare che il pallet di legno è la scelta migliore rispetto a uno in plastica è uno studio condotto dall’Institut für Holztechnologie di Dresda, in Germania, che ha evidenziato come i batteri abbiano un tasso di sopravvivenza minore sulle superfici dei pallet in legno rispetto a quelli in plastica, caratteristica che rende il loro uso raccomandabile soprattutto per trasportare beni alimentari. A renderlo possibile è il fatto che il legno sia un materiale poroso e igroscopico, ovvero capace di assorbire le molecole d’acqua presenti nell’ambiente, fattori che riducono la disponibilità di acqua per i batteri. Punto debole del pallet in plastica sono, invece, le sue parti ruvide, che danno vita alle condizioni ideali per la crescita dei microbi. Sempre secondo la ricerca tedesca, l’azione antibatterica del pallet in legno sarebbe addirittura 13 volte superiore rispetto a quella del suo collega in plastica; centrale, però, che il pallet sia utilizzato con le dovute precauzioni, effettuando i trattamenti ad alta temperatura previsti dall’ISPM n.15, controllandone la qualità e la pulizia, riparandolo in caso di usura. Un risultato che conferma quello di un altro studio francese datato 2016, dal quale è emerso che gli imballaggi in legno sono ritenuti sicuri e che, per ben per 8 intervistati su 10, sono sinonimo di calore, benessere e tradizione.
Anche dal punto di vista della sostenibilità il divario è netto e vede vincente il pallet in legno: una ricerca condotta dalla Pennsylvania State University ha mostrato come siano più sostenibili rispetto a quelli in plastica in quanto, prendendo in considerazione un singolo viaggio, la “carboon footprint” del primo risulta fra il 72 e l’80% inferiore rispetto a quella del secondo. Una differenza sostanziale se si pensa che, solo in Italia, i pallet EPAL prodotti e riparati lo scorso anno sono stati oltre 11 milioni. Lo studio, che ha tenuto conto di diversi parametri importanti per la salvaguardia del pianeta quali influenza sul buco dell’ozono, inquinamento terrestre e acquatico, occupazione del suolo e utilizzo di fonti non rinnovabili, conferma anche il basso impatto del trattamento HT al quale ogni pallet EPAL prodotto o riparato deve andare incontro, che produce 12.69 kg CO2 eq.
Alla domanda “quanto inquina un pallet in legno?” ha cercato di rispondere anche Conlegno con la pubblicazione “Life Cycle Assessment del pallet EUR/EPAL”, che giunge a conclusioni molto simili a quelle dell’università statunitense. Nello studio, elaborato insieme al Politecnico di Milano, si sottolinea che la produzione di pallet EPAL è fortemente favorevole se misurata in termini di CO2-eq, perché il processo gode dell’immagazzinamento dell’anidride carbonica nel legno. La CO2 sottratta all’atmosfera durante la crescita dell’albero, infatti, rimane bloccata nel materiale fino alla fine del suo ciclo di utilizzo e dal momento che il pallet può avere una seconda vita dopo il suo “pensionamento”, la re-immissione di anidride carbonica nell’ambiente è ulteriormente dilazionata nel tempo. Anche il trattamento FITOK ha una bassissima incidenza sulle emissioni, addirittura inferiore all’1%. Non da ultimo, a rendere ancor più green il pallet EPAL è la possibilità di interscambiarlo, caratteristica che gli permette di coprire una distanza 42 volte superiore rispetto a un pallet a perdere. Non solo, un pallet EPAL in interscambio trasporta una quantità di merci in termini di distanza pari a quella di 37 pallet a perdere e, prendendo a campione 100 km di trasporto merci, comporta un’occupazione di suolo 637 volte inferiore e una quantità di combustibili consumati 167 volte più contenuta.
“L’industria del pallet, dichiarata essenziale nei mesi del lockdown, gioca un ruolo fondamentale nella catena di approvvigionamento. In un momento di incertezza, il pallet EPAL rimane la linfa vitale di tutti i settori: strumento per trasportare alimentari, beni di consumo, vaccini e tanto altro – spiega Davide Dellavalle, coordinatore del comitato tecnico EPAL di Conlegno – . Il legno, materiale naturale che lo compone, e la possibilità di interscambiarlo e ripararlo ne fanno uno dei primi anelli dell’economia circolare europea. Possiamo quindi dire che i pallet EPAL rappresentano il connubio perfetto fra affidabilità, sostenibilità e sicurezza”.