No al decreto rinnovabili, Confagricoltura insorge: “Il ministro per le politiche agricole non doveva firmarlo”
Per l’organizzazione agricola, “i fabbricati rurali non sono equiparati agli altri edifici, le serre fotovoltaiche subiscono un’ulteriore restrizione sulla superficie ricopribile da pannelli, che scende dal 50% al 30%, le tariffe onnicomprensive e quelle premio per l’ energia consumata in sito non sono convenienti neppure per i piccoli impianti”.
Bocciatura anche dal Gifi-Anie secondo cui molte aziende saranno costrette a ridimensionare investimenti e personale
“Vogliamo comprendere se il Paese crede davvero nella green economy e nel ruolo indispensabile che hanno le imprese agricole per lo sviluppo dell’ energia alternativa”. Lo afferma Confagricoltura in relazione ai decreti sui nuovi regimi di incentivazione per le fonti rinnovabili elettriche e per il fotovoltaico, pubblicati in Gazzetta Ufficiale. “Nonostante il lavoro svolto in Conferenza unificata per migliorare i provvedimenti proposti dai ministeri competenti, i risultati non sono positivi - rileva Confagricoltura -. La nuova regolamentazione, che oltretutto giunge con un inaccettabile ritardo di dieci mesi rispetto a quanto indicato dal decreto legislativo 28/2011, ha apportato solo limitati e marginali miglioramenti. Il ministero per le Politiche agricole - si legge in un comunicato - non avrebbe dovuto avallarla”.
Secondo Confagricoltura, nei decreti emanati si discriminano le imprese agricole. L’organizzazione elenca poi le numerose pecche del provvedimento: nel 5° conto energia i fabbricati rurali, ai fini dell’accesso alle tariffe, non sono equiparati agli altri edifici; le serre fotovoltaiche subiscono un’ulteriore restrizione sulla superficie ricopribile da pannelli, che scende dal 50% al 30%; le tariffe onnicomprensive e quelle premio per l’energia consumata in sito non sono convenienti neppure per i piccoli impianti, ovvero quelli che interessano maggiormente il settore primario; e per i piccoli impianti agricoli non c’è più la priorità di accesso al registro.
Natalizia (Gifi): promesse non mantenute - Che sia una legge punitiva lo si evince chiaramente sin dalle premesse e dalle considerazioni introduttive. Il riferimento all’occupazione del suolo ed all’aumento del costo dell’energia sono stati utilizzati in maniera faziosa per giustificare una legge che di fatto contingenta il mercato fotovoltaico senza dare il giusto slancio per raggiungere la piena competitività del settore. È quanto sostiene Valerio Natalizia, Presidente GIFI-ANIE secondo il quale
“Le intenzioni verbali dei Ministri non si sono tradotte in fatti concreti. Con il 5° conto Energia molte aziende, che fino ad oggi hanno seriamente investito capitali sono costrette a ridimensionare drasticamente il personale e ridurre gli investimenti a scapito non solo del Sistema Paese ma anche delle casse dello Stato. Niente di più paradossale, se si pensa che questo Esecutivo ha la missione di rilanciare l’economia nazionale e migliorare il bilancio dello Stato.”