Rinnovabili, IREX in ripresa (+6%) ma sconta le ridotte dimensioni delle società
Le limitate dimensioni di alcuni operatori si riflettono sulla capacità competitiva e sulle performance nei mercati finanziari
di Alessandro Marangoni*
La prima metà del mese è stata caratterizzata da una ventata di ottimismo nel Vecchio Continente. La sconfitta in Francia dei movimenti anti-europeisti e la probabile riconferma dell’esecutivo tedesco, dovuta ai buoni risultati nelle regionali, hanno rassicurato i mercati europei.
Tuttavia, l’effetto è stato mitigato dall’esito incerto delle elezioni in Gran Bretagna che potrebbero impattare sulla modalità della Brexit. Il CAC è sostanzialmente stabile, segnando un +0,3%. DAX e IBEX guadagnano rispettivamente +1,4% e +1,5% rispetto alla chiusura del mese precedente. Il listino italiano FTSE All Share è rimasto piatto (+0,1%) nell’ultimo mese. Tale risultato è principalmente dovuto a due questioni: il timore dell’applicazione del bail-in per le banche venete in crisi e l’ipotesi di elezioni anticipate in autunno.
L’indice FTSE Oil & Gas perde il 2%, performance comunque in miglioramento rispetto al mese precedente. Il prezzo del petrolio ha visto un iniziale aumento nella prima metà del mese dovuto alle aspettative relative all’incontro di fine maggio dei Paesi OPEC e non OPEC (tra cui il principale attore è la Russia). L’esito del meeting è stato una breve proroga del periodo di taglio della produzione (fino a marzo 2018, cioè tre mesi in più rispetto all’accordo iniziale), mantenendo però invariata la quantità (1,8 milioni di barili al giorno). A seguito di tale decisione e della ripresa della produzione USA di shale oil, i prezzi sono calati attestandosi a fine mese a 51,05 $/bbl per il Brent e 48,85 $/bbl per il WTI, con una variazione, rispetto alla chiusura di aprile, rispettivamente di -1,6% e -1,3%.
L’Indice IREX delle small-mid cap pure renewable quotate su Borsa Italiana realizza un +6%. Il dato è dovuto anche al rialzo anomalo di alcuni titoli. Ecosuntek segna +266% rispetto ai valori di inizio mese, passando da 4 € a 14,65 € del 31 maggio. Altra impennata è realizzata dal Gruppo Green Power, che mette a segno un +42%. In entrambi i casi, il modesto flottante e i limitati importi in gioco sono tra le ragioni di questi aumenti, che non trovano spiegazioni nei fondamentali né in operazioni straordinarie note al mercato.
Il peggior risultato del listino viene realizzato da Innovatec (-16%) che ha ridotto il capitale sociale a copertura delle perdite consuntivate a dicembre 2016. Tra le altre società del listino ErgyCapital ha ufficializzato il progetto di fusione per incorporazione in Intek Group S.p.A., mentre TerniEnergia ha sottoscritto un contratto EPC con l’indiana Juice Power per la realizzazione di tre impianti fotovoltaici per una capacità complessiva di 3,5 MW a Calcutta, Bangalore e Mumbai per un valore di 10 milioni di dollari. A inizio mese è entrato in funzione l’impianto eolico di Tursi-Colobraro (MT) di proprietà di PLT Energia, che con una capacità installata di 60 MW, si stima produrrà circa 138 GWh l’anno.
Emerge, in conclusione, come il settore veda ancora la coesistenza di realtà industriali e finanziarie molto diversificate e le limitate dimensioni di alcuni operatori si riflettano sia sulla capacità competitiva che sulle performance nei mercati finanziari.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex