Analisi Clusit – Così crescono i cyber attacchi al fotovoltaico
Secondo il report dell’Associazione italiana per la sicurezza informatica, il numero di attacchi nel settore “Energy & Utilities” è raddoppiato tra il 2018 e il 2022. Il calo nel 2023 e il boom nel 2024. Che cosa bisogna fare
L’insicurezza informatica travolge anche il fotovoltaico. Secondo il report di Clusit (Associazione italiana per la sicurezza informatica) focalizzato sul settore “Energy & Utilities”, il numero di attacchi che hanno colpito il settore energetico e quello delle società di servizi andati a segno è raddoppiato tra il 2018 e il 2022. Mentre si è assistito a una flessione lo scorso anno, rispetto al 2022, il 2024 ha visto, solo nel primo trimestre, più della metà del numero di incidenti verificatisi nell’intero anno precedente. Il tema è oggetto di un recente approfondimento sul notiziario Infobuildenergia.
Una capacità di oltre 600 GW
Assicurare un’adeguata cybersecurity del fotovoltaico è una priorità da considerare, spiega l’articolo, specie pensando allo sviluppo degli impianti solari. Nel 2023, infatti, Solar Power Europe ha rilevato che, con oltre 600 GW di capacità fotovoltaica totale installata entro il 2030, la rete elettrica europea deve prepararsi ad accogliere la crescita esponenziale dell’energia solare. Ma come le rivoluzioni tecnologiche precedenti, anche quella dell’energia pulita porta con sé nuove sfide, anche in termini di sicurezza.
I numeri: Europa e Usa i più colpiti
Il malware, riferisce il rapporto Clusit, resta la principale causa di incidente, rappresentando ben il 96% delle tecniche di attacco nel primo trimestre 2024, contro il 60% del 2023. È dunque chiaro, anche a causa delle tensioni geopolitiche attuali, che il settore “Energy & Utilities” non possa prescindere dall’adozione di sistemi di difesa It. Basti osservare che nei primi tre mesi del 2024 gli incidenti cyber più frequenti sono stati di categoria “critical” e “high”, le più gravi, verificatesi nel 90% dei casi.
L’80% degli attacchi riguarda Europa e America, mentre un’importante riduzione degli incidenti è stata registrata in Asia. Crescono, infine, i casi in Africa.