Enea a tutto campo sul nuovo nucleare
L’agenzia partecipa al partenariato europeo Connect-Nm che sviluppa materiali innovativi per i futuri reattori raffreddati al piombo (Lfr). E al centro ricerche di Frascati si migliora la sicurezza degli impianti a fusione.
Accelerare lo sviluppo e la produzione di nuovi materiali nucleari per reattori innovativi. È l’obiettivo del partenariato Connect-Nm, cofinanziato dalla Commissione europea e coordinato dal Ciemat con l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) impegnata come partner e programme manager italiano. In particolare, l’agenzia lavora alla sperimentazione di materiali, all’implementazione di un sistema di certificazione, all’elaborazione di linee guida e protocolli per la realizzazione di test in ambiente critico e la caratterizzazione dei materiali in piombo liquido per i futuri reattori veloci raffreddati al piombo (Lfr).
L’Enea metterà in campo impianti, competenze e professionalità presenti nel suo centro ricerche di Brasimone, sull’Appennino tosco emiliano, tra cui il laboratorio Rachel (Reaction and advanced chemistry of lead; nell’immagine), infrastruttura unica in Europa per lo studio del comportamento di materiali strutturali in piombo liquido, utili sia nelle applicazioni nucleari di quarta generazione a fissione che per la fusione. Grazie a Rachel, i ricercatori sono in grado di condurre analisi sulla resistenza alla corrosione dei rivestimenti protettivi e sulla concentrazione dell’ossigeno nelle leghe di piombo, ma anche test di screening e di qualifica fino alla temperatura di 750 gradi per valutare l’effetto corrosivo di materiali in leghe di piombo.
“Energia a emissioni zero”
L’Enea “guiderà gli sforzi del partenariato verso la gestione della tecnologia dei materiali nucleari e dei database, anche attraverso l’integrazione delle infrastrutture specializzate di tutta Europa”, evidenzia Daniele Martelli, responsabile del laboratorio di Impianti e tecnologie dei metalli liquidi. “L’energia nucleare può svolgere un ruolo essenziale fra le principali fonti di energia a emissioni zero e i materiali svolgono un ruolo cruciale per la sicurezza, l’efficienza, l’economicità e la sostenibilità del nucleare”, aggiunge Martelli.
Parte del programma Euratom
Connect-Nm è uno dei quattro partenariati del programma Euratom che riunisce i principali istituti di ricerca sull’atomo degli Stati Ue e dei Paesi associati, per promuovere la condivisione della conoscenza e delle risorse nazionali e posizionare l’Europa all’avanguardia nell’innovazione dei materiali nucleari, rafforzando ricerca e sviluppo.
Col laser si studiano le pareti del reattore a fusione
Intanto, l’Enea ha anche contribuito a sviluppare un innovativo sistema laser che ha consentito di studiare, per la prima volta al mondo, la composizione chimica delle pareti interne del Joint european torus (Jet), uno dei più grandi reattori sperimentali a fusione nucleare mai costruiti. L’attività è stata finanziata nell’ambito del consorzio Eurofusion e ha coinvolto, oltre agli esperti italiani, altre prestigiose istituzioni internazionali.
“Nei futuri dispositivi a fusione nucleare, il plasma può causare erosione in alcune parti della superficie della parete interna del reattore”, spiega Salvatore Almaviva, ricercatore del dipartimento Nucleare dell’Enea del centro ricerche di Frascati, coinvolto nello studio, “il materiale eroso può essere trasportato lontano dalla zona di origine e depositato in altre zone della parete”. Un passo in più per la sicurezza.
Foto: ufficio stampa Enea