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Acque reflue - Un’invenzione made in Sicilia le trasforma in biogas

where Agrigento when Mer, 12/03/2025 who roberto

Gli attuali sistemi di trattamento emettono CO2 e generano fanghi di scarto. Per superare questi limiti, arriva la proposta di un prof siciliano chiamata Itrifade. Ecco come funziona.
di Matteo Cislaghi

Gli impianti di depurazione delle mose-monachino.jpgacque reflue urbane sono una soluzione imprescindibile per la gestione dei rifiuti idrici, ma potrebbero essere più efficienti e meno inquinanti. Gli attuali sistemi, infatti, emettono CO2 e generano fanghi di scarto difficili da smaltire. Lo ricorda Mosé Monachino, imprenditore di Monachino Technology. “Sono l’inventore dei prefabbricati in cemento termo-isolati che Monachino Technology commercializza attraverso licenze d’uso per la produzione”, spiega l’esperto a e-gazette. “Questi prefabbricati vengono impiegati nella realizzazione dei biodigestori a tunnel destinati alla produzione di Itrifade”.
Acronimo di Impianto di trasformazione rifiuti e fanghi di depurazione in biogas e acqua concime, Itrifade è una tecnologia che, a differenza dei tradizionali depuratori, non si limita a trattare le acque reflue ma le trasforma in risorse utili per l’ambiente e l’economia circolare.
 
L’impianto è brevettato
L’impianto brevettato da Monachino converte i rifiuti idrici e organici in biogas, acqua concimante e biomassa. Il sistema, così, non solo azzera le emissioni nocive, assicura l’inventore, ma consente anche di recuperare l’acqua, rendendola riutilizzabile per l’irrigazione agricola. Oltre ai reflui urbani può trattare rifiuti zootecnici, fanghi di depurazione e scarti organici provenienti da giardinaggio o agroalimentare, diventando al bisogno una “centrale” di energia rinnovabile alimentata con pannelli solari.
 
Un passo avanti per l’economia circolare
Secondo Monachino, oggi “nessun impianto è in grado di rispettare pienamente le normative italiane ed europee, in particolare l’ultima direttiva Ue 3019 del 27 novembre 2024 sul trattamento delle acque reflue urbane. Senza contare che, dall’agosto 2027, una nuova direttiva estenderà l’ambito di applicazione ad agglomerati più piccoli, coprendo un maggior numero di inquinanti, compresi i microinquinanti, per contribuire alla neutralità energetica”. La prossima normativa riguarderà gli impianti che trattano reflui urbani con un carico di almeno 150mila abitanti equivalenti, che dovranno implementare il trattamento terziario per il recupero dei rifiuti e dei fanghi nell’ottica dell’economia circolare.
In questo senso, il progetto Itrifade si allinea già alla direttiva e più in generale con gli obiettivi del Green deal europeo e del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), fornendo una soluzione per la gestione sostenibile dei rifiuti idrici. “Proprio perché l’impianto rappresenta un cambiamento di paradigma: invece di considerare le acque reflue un problema da gestire, le trasforma in una risorsa”, sintetizza l’inventore.
 
Prospettive di mercato
“Abbiamo avviato interlocuzioni con diversi costruttori di impianti di depurazione interessati all’implementazione di Itrifade”, anticipa a e-gazette Monachino. “Stiamo valutando accordi di licenza per la produzione e l’integrazione della nostra tecnologia in impianti esistenti e di nuova realizzazione. L’obiettivo è consolidare collaborazioni con aziende del settore per accelerare la diffusione dell’impianto a livello industriale, sia in ambito nazionale che internazionale”. Impianto che, nella visione del suo inventore, può ridurre i costi di gestione e creare nuove opportunità di profitto per aziende e municipalità.
 
La direttiva Ue sul trattamento delle acque reflue urbane: https://www.legislazionetecnica.it/1...

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