Arance & siccità. Via al progetto di desalinizzazione dell’acqua di falda
Il Distretto agrumi di Sicilia affronta l’emergenza idrica con la tecnologia. Oltre cento gli imprenditori coinvolti. Il sistema è stato presentato alla tavola rotonda del ministero dell’Agricoltura
Un impianto di desalinizzazione portatile da utilizzare in modo sperimentale nella coltivazione delle arance siciliane per combattere la siccità. Il sistema verrà testato dal Distretto produttivo agrumi di Sicilia che riunisce consorzi di tutela delle produzioni agrumicole di qualità, imprese agricole singole e associate, società di commercializzazione e industriali, associato alla Consulta nazionale dei distretti del cibo. Il progetto, in fase di test, è sviluppato con l’Università di Catania e il sostegno di Coca-Cola e prende le mosse da uno studio realizzato per approfondire le criticità correlate all’uso di acque di falda con elevato contenuto di sali, frutto dei monitoraggi effettuati su 120 aziende del territorio. Per facilitare l’adozione di questa tecnologia da parte delle imprese agricole, verrà acquistato e testato un impianto di desalinizzazione portatile da utilizzare in modo sperimentale in diversi areali agrumicoli regionali. Grazie allo screening delle realtà che già utilizzano questa tecnologia, saranno inoltre analizzate le potenzialità di trattamento delle acque reflue attraverso tecniche di fitodepurazione, coinvolgendo nel confronto più di cento imprenditori che operano su migliaia di ettari di colture. La notizia è arrivata alla tavola rotonda dal titolo “Filiere e reti: focus agrumicoltura per una gestione condivisa della risorsa idrica”, che si è tenuta al ministero dell’Agricoltura.
«Promuovere un uso responsabile e sostenibile della risorsa idrica rappresenta una priorità non solo per la filiera agrumicola, ma per tutto il mondo agricolo», ha commentato Luigi D’Eramo, sottosegretario all’Agricoltura. «Davanti alle conseguenze dei cambiamenti climatici e alle criticità che possono interessare il territorio, unire gli sforzi e incentivare buone pratiche consente di mettere in campo risposte efficaci. Un modello virtuoso, che unisce le esperienze di innovazione che partono dal mondo associativo, sentinella dei territori, e grazie al coinvolgimento del sistema universitario», ha proseguito il sottosegretario.
«Come Distretto che lavora come aggregatore di filiera vogliamo continuare a essere catalizzatori di buone pratiche, per affrontare insieme l’emergenza idrica. Una situazione che mette a dura prova il nostro comparto, così importante per diversi territori. Non solo siciliani, ma di tutto il Sud Italia», ha aggiunto Federica Argentati, presidente del Distretto produttivo agrumi di Sicilia.