Arriva Guardian SismAlarm, il dispositivo che avverte in caso di terremoto
E’ iI primo dispositivo accessibile al grande pubblico che rileva le onde sismiche primarie e può segnalare in anticipo l’arrivo dell'onda distruttiva
Sarà in commercio a partire da novembre 2014 SismAlarm, un dispositivo a tecnologia digitale di ultimissima generazione in grado di rilevare le onde sismiche primarie che annunciano e precedono l'onda distruttiva dei terremoti. Un prodotto unico sui mercati, interamente Made in Italy (sono italiani, infatti, sia la tecnologia che l’ingegnerizzazione, il design e la produzione), che nasce per proteggere e allertare in caso di scossa sismica.
“L’idea di mettere la tecnologia più avanzata a servizio di un bisogno concreto e alla portata di tutti - dichiara Maurizio Taormina, fondatore di Guardian l’azienda italiana che ha inventato SismAlarm - mi è venuta nel 2012, quando l’Emilia Romagna fu colpita dal violento terremoto che tutti ricordiamo. Quando ci fu la seconda scossa, molto violenta, mio figlio era a scuola ed andai a controllare la situazione personalmente. Trovai i bambini in cortile per la ricreazione perché, a detta delle maestre, non c’era certezza che ci fosse stata realmente una scossa o che comunque si fosse verificata una situazione che mettesse a rischio l'incolumità di bambini e delle persone all'interno dell'edificio (un vecchio convento). Quando tornai in ufficio, quel giorno, misi al lavoro gli ingegneri dell’azienda perché adattassero all’uso domestico la piattaforma tecnologica per il monitoraggio delle onde primarie che già avevamo sviluppato e per grandi strutture”.
Come è noto, non è possibile prevedere con certezza dove, quando e con quale intensità si verificherà un evento sismico, ma cautelarsi è possibile. L’energia dei terremoti, infatti, si libera in profondità attraverso onde sismiche che precedono quelle distruttive e che, opportunamente rilevate, avvertono dell’emergenza.
Guardian SismAlarm - secondo i suoi inventori - fa proprio questo. Attraverso alcuni sensori interni, riconosce le onde sismiche primarie - la soglia minima su cui è tarato è di 3.0-3.2 della scala Richter -, già avvertite dagli uomini ma in genere non ancora potenzialmente pericolose per l'incolumità e dà l’allarme con segnali acustici e visivi, la cui intensità è direttamente proporzionale a quella del terremoto.
“Una volta scattato l’allarme – prosegue Maurizio Taormina – le persone hanno il tempo necessario per evacuare l’edificio o mettersi al riparo da eventuali crolli. Si tratta di pochi attimi ma, in caso di eventi sismici, possono fare la differenza tra salvarsi o no”.
Guardian nasce dall'esperienza di I.CO, azienda italiana che dalla sua fondazione, nel 2009, studia soluzioni ad alto tasso di creatività e ingegno e realizza prodotti destinati a migliorare la vita delle città e dei suoi cittadini, del territorio e dell’ambiente. Guardian, che ha ereditato il know-how da I.CO, collabora attivamente con l'Università di Bologna.
“L’Italia - dichiara Maurizio Taormina - è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico in tutta l’area del Mediterraneo. Secondo i dati dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV, dal 1900 ad oggi sono state registrate in Italia 106 scosse di magnitudo superiore a 4.0 della scala Richter, di cui 60 solo negli ultimi 15 anni. E il quadro diventa ancora più allarmante se si considera che le zone a elevato rischio sismico sono il 44% della superficie nazionale italiana (il 36% dei comuni), dove risiedono circa 22 milioni di persone. Per questo abbiamo creduto fin dall’inizio nell’importanza di realizzare soluzioni per la prevenzione dei sismi delle calamità naturali, dapprima operando con sistemi complessi per enti pubblici e grandi aziende ed oggi, finalmente, anche con un prodotto alla portata di tutti”.
Secondo le stime del Consiglio Nazionale dei geologi, dal 1968 ad oggi ci sarebbero 5000 morti, 500.000 senza tetto e 150 miliardi di euro spesi in soli 40 anni per la gestione della post-emergenza. Un quadro che diventa ancora più allarmante se pensiamo che teniamo conto dell'elevata vulnerabilità del patrimonio edilizio italiano, costruito per più del 60% prima del 1974, cioè prima dell’entrata in vigore delle prime norme antisismiche.