Assobiotec, l'espansione degli Ogm nel mondo conferma che l'agricoltura del futuro parlerà sempre più biotech
È questo il commento di Alessandro Sidoli, Presidente di Assobiotec, l'Associazione per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica, al Rapporto sull'espansione degli Ogm nel mondo reso noto dall'ISAAA (Servizio internazionale per l'acquisizione delle applicazioni agrobiotecnologiche)
“I dati ISAAA sull'espansione degli Ogm nel mondo confermano che l'agricoltura del futuro parlerà sempre più biotech. Dobbiamo tutti riflettere su come consentire anche al nostro Paese di non rimanere fuori da questa occasione di sviluppo”. È questo il commento di Alessandro Sidoli, Presidente di Assobiotec, l'Associazione per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica, al Rapporto sull'espansione degli Ogm nel mondo reso noto oggi dall'ISAAA (Servizio internazionale per l'acquisizione delle applicazioni agrobiotecnologiche).
“Se vogliamo giocare un ruolo di primo piano nel mercato agricolo mondiale - sostiene Sidoli - non possiamo perdere l'ennesimo treno di innovazione, stando fermi a guardare gli altri paesi che, dopo essere partiti, prendono sempre maggiore velocità”.
Secondo l'ISAAA, nel 2014 le superfici coltivate con piante geneticamente modificate hanno raggiunto 181,5 milioni di ettari, 6 milioni in più rispetto all'anno precedente. Divenendo prassi abituale per 18 milioni di agricoltori in 28 paesi".
“L'utilizzo delle agrobiotecnologie - afferma il Presidente di Assobiotec - continua a crescere perché da un lato incrementa le rese dei terreni e quindi la disponibilità di cibo, dall'altro riduce i costi di produzione per gli agricoltori, traducendosi in un elemento di calmieramento dei prezzi dei prodotti agroalimentari a favore dei consumatori finali. Inoltre, è evidente l'importanza che queste tecnologie hanno anche ai fini del miglioramento delle produzioni agricole non rivolte al consumo alimentare. Pensiamo, per esempio, a coltivazioni da destinare alla produzione di biocarburanti e bioprodotti”.
“Purtroppo - conclude Sidoli - la recente decisione del governo italiano di proibire nel nostro Paese la coltivazione di organismi geneticamente modificati, insieme alle modifiche che l'Unione europea si accinge ad approvare in materia di autorizzazione alla coltivazione, ci allontanano dal mondo e privano la nostra agricoltura di una leva di innovazione fondamentale per competere nei mercati internazionali”.