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Biocarburanti. Al via lo sviluppo di metano sintetico da biomasse secche di scarto

where Milano when Mer, 14/02/2024 who roberto

Firmato l’accordo tra NextChem Tech e Engie: sarà industrializzato attraverso il progetto Salamandre a Le Havre, in Francia

Non rallenta la corsa allo biomasse-secche.jpegsviluppo di nuovi biocarburanti di origine non fossile resa possibile anche dall’introduzione della Direttiva RED III che ha stabilito un obiettivo vincolante del 5,5% per la quota di rinnovabili fornite nei trasporti per i biocarburanti avanzati e i combustibili rinnovabili di origine non biologica, come l’idrogeno verde e i combustibili sintetici a base di idrogeno.
Tra le novità troviamo la collaborazione per lo sviluppo di una tecnologia avanzata per il biometano finalizzata alla produzione di metano sintetico da biomasse secche di scarto. A stringere l’accordo è Maire attraverso la sua controllata NextChem Tech, con Engie.
 
Che cosa prevede
L’accordo prevede che NextChem Tech agirà come partner strategico e co-sviluppatore per ottimizzare, integrare, sviluppare e commercializzare questo processo avanzato utilizzando le tecnologie proprietarie. Una volta industrializzato attraverso il progetto Salamandre a Le Havre, in Francia, NextChem Tech agirà a livello globale come licenziatario del pacchetto integrato su base esclusiva.
Mohammed Nafid, ceo di NextChem Tech, ha commentato: “Come dimostra questa collaborazione, si rafforza il nostro impegno nell’industrializzare le nostre soluzioni tecnologiche per la transizione energetica. Siamo orgogliosi di consolidare la nostra partnership strategica con Engie, supportandola nel suo percorso verso la decarbonizzazione ed accelerando il raggiungimento degli obiettivi di produzione di biometano fissati dall’Unione Europea.”
 
La tecnologia Shv
Ma non è l’unica tecnologia di biometano che viene sviluppata. Con un investimento di 1 miliardo di dollari, Shv Energy – il gruppo olandese che controlla Liquigas – conta di arrivare a produrre oltre 300mila tonnellate di dimetiletere rinnovabile (Rdme) entro il 2027. Si tratta di un composto gassoso innovativo, ricavabile dalle biomasse, dai rifiuti organici, dalle plastiche non riciclabili o dalla CO2 catturata dagli stabilimenti che producono acciaio, alluminio e cemento. Miscelato al gpl in una quota del 20%, permette di ridurre fino all’85 per cento le emissioni generate dalle caldaie delle case, dai bruciatori delle fabbriche, dalle automobili e dai mezzi pesanti, senza modificare né gli impianti né la catena logistica.

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