Cave sostenibili: al via le nuove linee guida di Aitec e Legambiente
Al via le nuove “Linee guida per la gestione sostenibile delle attività estrattive”. Le hanno presentate a Ecomondo, l’evento green della fiera di Rimini, Aitec, l’associazione di Confindustria rappresentativa dei produttori di cemento, e Legambiente.
Obiettivo: un progetto comune per industria e ambientalisti orientato a diffondere i principi di gestione green dell’approvvigionamento di materie prime e di tutela ambientale. Le linee guida “lasciano intravedere un nuovo approccio che merita di essere valorizzato”, ha commentato Raffaella Mastrella della direzione generale per le Risorse minerarie ed energetiche del ministero dello Sviluppo economico.
L’oasi di Baggero a Merone (Como) e la cava di Valle Oscura a Galbiate (Lecco), gestite da Holcim, compaiono come esempio dei principi proposti dalle linee guida, tra i casi virtuosi di cave e miniere. “Tra gli obiettivi – osserva Marcelino Linares, responsabile pianificazione e progetti materie prime di Holcim Italia – c’è quello di coinvolgere gli stakeholder nel processo produttivo e privilegiare i comportamenti virtuosi, per dare continuità alle aziende che operano nella legalità”.
Molti ex siti per l’estrazione di materie prime per il cemento, sottoposti a recupero ambientale, hanno infatti riacquistato valore e ora contribuiscono alla conservazione della biodiversità locale. “Non è fermando le cave in Italia, magari delocalizzando le attività, che si darà risposta ai problemi”, sostiene il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini. “Le attività estrattive sono un tema importante per guardare al futuro del nostro paese – prosegue Zanchini – e l’impostazione che proponiamo con AIitec guarda da subito a come quell’area tornerà alla comunità. Perché sarà inevitabilmente diversa ma non degradata, anzi valorizzata da un punto di vista delle potenzialità ecologiche”.
Le cave che si atterranno alle nuove linee guida dovranno rispettare regole per limitare l’emissione di polveri, ad esempio, per tutelare le acque e controllare gli scarichi realizzando apposite canalette. Non solo. Lo scavo deve essere progettato in modo che la modificazione della morfologia risulti compatibile con l’assetto dei luoghi, e valutando l’eventuale alterazione dell’habitat e dell’ecosistema. Insomma, “vogliamo mettere in campo tutte le azioni che possano mitigare gli impatti”, sintetizza Giuseppe Schlitzer, consigliere delegato dell’Aitec.