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Così il ghiacciaio del Rutor ha perso 19 milioni di metri cubi d’acqua in 25 anni

where Aosta when Mer, 15/01/2025 who roberto

L’osservazione delle (ex) nevi perenni italiane per via aerea conferma con puntualità gli effetti del cambiamento climatico. Come funziona la tecnologia DigiSky, che conta tra i fondatori l’ex astronauta Maurizio Cheli

Diciannove milioni di metri cubifig1arretramentoglacialefrontedestra19992024_0.jpg, una quantità di acqua necessaria a riempire oltre 7.500 piscine olimpiche. È la perdita di volume stimata su uno dei più importanti ghiacciai italiani, il Rutor (nel territorio di La Thuile, in Valle d’Aosta), a causa dello scarso apporto nevoso degli ultimi anni e delle eccezionali estati. Dal 1999 al 2024 il fronte est del ghiacciaio è arretrato di circa 700 metri (nell’immagine), con un abbassamento della superficie molto significativo.
Sono i dati che emergono dal monitoraggio condotto dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) della Valle d’Aosta in collaborazione con il GlacierLab del dipartimento di Ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle infrastrutture (Diati) del Politecnico di Torino, nell’ambito delle attività di studio e ricerca sui cambiamenti climatici e del loro impatto sui ghiacciai alpini.
 
Come una lente di ingrandimento
A queste misurazioni contribuisce, con voli in alta quota, DigiSky. L’azienda torinese, che ha il sostegno strategico e finanziario dell’Esa (Agenzia spaziale europea) e di una rete di partner industriali quali Altec, Agenzia Spaziale italiana e Thales Alenia Space, fornisce servizi di ultima generazione per il telerilevamento, che agiscono come “lente di ingrandimento” dell’immagine ripresa dal satellite, grazie a tecnologie e soluzioni utilizzabili su aeromobili dell’aviazione generale. La campagna di volo condotta da DigiSky da alcuni anni alla fine della stagione estiva consente di ottenere la morfologia tridimensionale del ghiacciaio: un modello 3d grazie al quale studiare le modificazioni e valutare l’evoluzione degli spessori di ghiaccio nel tempo.
«Abbiamo capito l’importanza delle tecnologie per il monitoraggio di questa importante risorsa di accumulo dell’acqua allo stato solido e l’abbiamo sviluppata nel contesto dell’Earth Observation», commenta Maurizio Cheli, astronauta e aviatore, socio fondatore di DigiSky.
 
Servono strategie di adattamento
I cambiamenti climatici, che si manifestano in modo particolarmente marcato nelle aree montuose del Pianeta, rappresentano una minaccia grave per l’uomo e gli ecosistemi, confermano gli esperti che curano il progetto. E le loro conseguenze si ripercuotono su molti e diversi aspetti. L’impatto del riscaldamento globale è evidente sui ghiacciai, la cui variazione è un termometro del climate change. In questo contesto, osservare come questi si stanno modificando con ingenti perdite di massa e riduzione della superficie, a causa dell’effetto combinato di alte temperature e riduzione delle precipitazioni nevose, è un elemento a supporto della definizione delle strategie e azioni di adattamento dei territori di alta quota.

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