Stoccaggio rinnovabili, Faster utilizzerà l’ammoniaca verde
Al via un partenariato internazionale per stoccare in modo più economico e sostenibile l’energia green. Il ruolo del PoliMi
Un metodo innovativo e sostenibile per lo stoccaggio dell’energia verde, con l’obiettivo cruciale di contribuire a un futuro più pulito e rafforzare la sicurezza energetica in Europa. È il progetto Faster (sintesi di Flexible ammonia synthesis technology for energy storage, ossia Tecnologia flessibile di sintesi dell'ammoniaca per lo stoccaggio dell’energia), frutto di una collaborazione tra le principali università e aziende europee, lanciato a inizio 2025. Con un budget di 3 milioni di euro finanziato dall’Unione europea attraverso fondi Horizon Eu, Faster – ricorda un comunicato del Politecnico di Milano –
ottimizzerà le diverse forme di energia verde, come il solare e l’eolico, la cui disponibilità è spesso imprevedibile e non coincide con il picco di domanda energetica. Convertendola in ammoniaca, una sostanza che può essere facilmente immagazzinata e trasportata allo stato liquido, l’energia può essere utilizzata in un secondo momento. Ciò è fondamentale per affrontare il problema delle fluttuazioni stagionali della produzione e del consumo di energia.
Perché l’ammoniaca
L’ammoniaca liquida, utilizzata come vettore energetico, offre diversi vantaggi. Ha una densità energetica molto più elevata rispetto all’idrogeno liquefatto ed è più facile e conveniente da trasportare. Inoltre è già ampiamente prodotta e utilizzata, in particolare nell’industria dei fertilizzanti, il che significa che esistono protocolli ben consolidati per maneggiarla e conservarla in sicurezza.
Oltre allo stoccaggio dell’energia, la tecnologia Faster contribuirà anche a rendere più sostenibile la produzione di fertilizzanti, un settore fortemente dipendente dai combustibili fossili, diminuendo anche la dipendenza dell’Europa dal gas naturale d’importazione. Non solo. Oltre a offrire una soluzione per lo stoccaggio dell’energia, il progetto spingerà anche lo sviluppo di un’industria chimica più sostenibile.
Una collaborazione internazionale
Il progetto, coordinato dal professor Jimmy A. Faria della facoltà di Scienze e tecnologie dell’Università di Twente, nei Paesi Bassi, si compone di otto partner provenienti da cinque Paesi: Paesi Bassi, Germania, Svizzera, Italia e Regno Unito. Riunisce esperti in catalisi, tecnologia di processo, valutazione del ciclo di vita e apparecchiature per la generazione di energia.
“Le competenze e le abilità del consorzio garantiscono la sinergia tra nuovi catalizzatori, reattori e soluzioni di processo, che costituisce il fulcro per lo sviluppo di nuove tecnologie per la transizione energetica”, ha spiegato Gianpiero Groppi, docente del dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, che fa parte del team dell’ateneo coinvolto nel progetto.
Foto: ufficio stampa del Politecnico di Milano