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Report. Così l’AI renderà meno intermittenti le energie rinnovabili

where Milano when Mer, 12/02/2025 who roberto

Presentato il “Digitalization & decarbonization report 2024” dell’Energy & strategy School of management Politecnico di Milano. Accento sulla “transizione gemella”, verde e digitale insieme. Ma attenzione ai consumi: ogni mese il solo utilizzo di ChatGpt nel mondo brucia energia come settemila famiglie italiane!

La “transizione gemella”, cioè chiesavittoriodirettoreeampspolimi2024.jpgverde e digitale insieme, deve essere portata avanti in maniera attiva e integrata, per sbloccarne tutto il potenziale. Grazie alle tecnologie digitali, per esempio, sarà possibile ridurre del 53% le emissioni complessive nello scenario europeo di neutralità carbonica al 2050, attraverso impatti diretti (18%) e indiretti (35%). E l’intelligenza artificiale giocherà un ruolo da protagonista perché rappresenta uno strumento essenziale per affrontare le sfide legate all’intermittenza delle energie da fonti rinnovabili e per accelerare la loro integrazione nel sistema energetico, senza dimenticare, tuttavia, la necessità di bilanciare i benefici dell’AI con gli alti consumi. È stato questo uno dei temi al centro del “Digitalization & decarbonization report 2024” redatto dall’Energy & strategy della School of management del Politecnico di Milano, presentato nei giorni scorsi con la partecipazione delle aziende partner.
 
Nuove opportunità per la decarbonizzazione

Le applicazioni dell’intelligenza artificiale si estendono all’intera filiera del settore energetico, dalla produzione al trasporto e alla distribuzione fino al consumo finale; alcune sono strettamente connesse alla transizione, mentre altre, pur offrendo notevoli opportunità di supporto alla decarbonizzazione, trovano impiego in ambiti differenti, come la manutenzione predittiva, che può essere applicata anche in contesti tradizionali come la gestione delle centrali termoelettriche. L’edizione 2024 del rapporto si è focalizzata sulle tre azioni strategiche basate sull’AI che - pur riferite a fasi e tecnologie differenti - impattano sulla gestione della natura intermittente delle fonti energetiche rinnovabili: migliorare la previsione della generazione rinnovabile attraverso tecnologie avanzate di generation forecast; potenziare la capacità della rete elettrica di gestire gli sbilanciamenti con soluzioni per la grid stability; adattare il profilo di consumo a quello di produzione mediante l’implementazione di meccanismi di demand response.
Per accelerare, però, c’è la necessità di un quadro normativo che indirizzi la transizione digitale attraverso investimenti mirati e meccanismi regolatori robusti, chiedono gli esperti. Negli ultimi cinque anni, l’Europa si è posta all’avanguardia della governance digitale e dell’innovazione: nel report vengono approfondite alcune delle principali misure europee, come il Data Act, il Chip Act e l’AI Act.
 
La sfida del consumo
Certo, l’intelligenza artificiale è a sua volta una enorme utilizzatrice di energia. Studi dimostrano che i costi energetici dell’AI derivano principalmente dall’utilizzo dei modelli, che rappresenta l’80-90% del lavoro dei data center, rispetto al 10-20% dell’addestramento della macchina. In media l’interazione con un modello Llm (Large language models) richiede un consumo energetico di circa dieci volte superiore rispetto a quello necessario per una normale ricerca sul web. Prendendo come riferimento il caso di ChatGpt, che supera il miliardo di visite mensili, il suo consumo energetico stimato è di almeno 2,9 GWh al mese, una quantità di energia sufficiente per coprire i fabbisogni mensili di circa settemila famiglie italiane.
I dati storici indicano che la domanda di energia dei data center è raddoppiata tra il 2020 e il 2024 e si prevede che cresca ulteriormente del 137% entro il 2029. Questo aumento è trainato principalmente dalla richiesta di energia per supportare l’uso sempre più diffuso di modelli di intelligenza artificiale.
 
“Per natura non programmabile”
“Già oggi, e ancor più in futuro, le Fer (Fonti energetiche rinnovabili, ndr) rappresentano una quota significativa della generazione elettrica nazionale, apportando importanti benefici ambientali”, commenta Vittorio Chiesa, direttore di E&S (nella foto). “Tuttavia”, prosegue l’esperto, “la loro natura non programmabile, dipendente dalle condizioni atmosferiche così come dai fabbisogni di famiglie e imprese, genera frequenti squilibri tra produzione e consumo”. “Questo fenomeno rappresenta una sfida significativa per il sistema elettrico, che deve affrontare continui momenti di sbilanciamento, ma non solo”, aggiunge Federico Frattini, vicedirettore di E&S e responsabile della ricerca. “In prospettiva, una quota crescente di energia rinnovabile sarà destinata alla produzione di idrogeno a zero emissioni, che verrà trasportato e gestito attraverso un’infrastruttura molto simile a quella utilizzata per il gas naturale, quindi l’intermittenza delle Fer avrà implicazioni anche sul sistema di gas e idrogeno. Le applicazioni analizzate, dunque, trovano un ampio utilizzo anche in questo settore emergente, contribuendo a costruire un ecosistema energetico integrato”.

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Chiesa Vittorio_direttore_PoliMi_2024