Elettronica, meno 10% per la produzione 2012
Soffre anche il settore che in Italia investe più di tutti in ricerca e sviluppo. Gemme (Anie Confindustria): “Quadro macroeconomico incerto a inizio 2013, l’export non basta a compensare il calo della domanda nazionale”
Soffre ancora l’industria italiana dell’elettrotecnica e dell’elettronica. Secondo i dati diffusi dall’Istat, il comparto rappresentato da Anie Confindustria ha registrato anche a dicembre 2012 un andamento negativo nei dati di produzione.
Nel confronto con lo stesso mese del 2011, infatti, l’elettrotecnica ha sperimentato una flessione della produzione industriale del 6,8%, e l’elettronica dello 0,3% (-7% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale). E “il quadro macroeconomico risulta incerto anche a inizio 2013”, osserva il presidente di Anie Claudio Andrea Gemme.
A dicembre 2012 il dato relativo alla produzione industriale ha confermato “la lunga e ininterrotta serie negativa iniziata nei primi mesi dell’anno”, apprendiamo da una nota. Guardando all’intero periodo, il 2012 chiude per l’elettrotecnica e l’elettronica italiane con una riduzione dei livelli di attività vicina al 10%. “Cresce il rischio – aggiunge Gemme – di disperdere importanti tasselli delle competenze tecniche e specialistiche di eccellenza di cui l’industria nazionale è espressione. E a inizio 2013 il quadro continua a essere caratterizzato da una elevata incertezza. Alla forte debolezza del mercato interno si affianca la difficile congiuntura internazionale, che non consente al canale estero di compensare pienamente la fragilità della domanda nazionale”.
La federazione Anie, con oltre 1.200 aziende associate e circa 450mila occupati, rappresenta un fatturato aggregato di 71 miliardi di euro, di cui 28 miliardi di esportazioni. Le aziende dell’elettrotecnica e dell’elettronica made in Italy investono in ricerca e sviluppo il 4% del fatturato, rappresentando più del 30% dell’intero investimento in r&s effettuato dal settore privato in Italia.