L’Enea sperimenta i sistemi per l’accumulo di idrogeno
L’ente partecipa al progetto di innovazione industriale Hydrostore, finanziato dal ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del bando Efficienza Energetica - Industria 2015, che ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie innovative per lo stoccaggio dell’idrogeno, sia nelle applicazioni mobili che per quelle stazionarie
Trovare soluzioni più efficaci ed economiche per il problema ancora aperto dell’accumulo e del trasporto di idrogeno. L’Enea, da anni impegnata in questi settori, partecipa al progetto di innovazione industriale Hydrostore, finanziato dal ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del bando Efficienza Energetica - Industria 2015, che ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie innovative per lo stoccaggio dell’idrogeno, sia nelle applicazioni mobili che per quelle stazionarie, in modo da garantire alta capacità di accumulo e riduzioni di costi e dei consumi energetici.
Elemento centrale di queste tecnologie innovative è l’utilizzo per lo stoccaggio dell’idrogeno di speciali materiali assorbitori: gli idruri metallici, materiali solidi che presentano quindi anche notevoli vantaggi in termini di sicurezza. Attualmente, in Italia non sono presenti produttori di tali materiali, che invece sono già commercializzati in altri paesi.
Il progetto intende quindi realizzare, attraverso la collaborazione di aziende, Enti di Ricerca e Università, la prima filiera di produzione nazionale di idruri metallici per lo stoccaggio di idrogeno, che partendo dalla ricerca arrivi sino a impianti pilota e alla dimostrazione preindustriale. Già si hanno i primi risultati.
È in fase avanzata la realizzazione di prototipi funzionanti di serbatoi per imbarcazioni elettriche a idrogeno per le acque della Laguna di Venezia. Per i serbatoi sono stati selezionati idruri metallici, messi a punto da Enea in collaborazione con Venezia Tecnologie, che lavorano a temperatura ambiente. Questi prototipi sono in grado di garantire ai traghetti, nelle condizioni di temperatura della laguna di Venezia (5-25 °C), un’autonomia di diverse ore di navigazione.
Per quanto riguarda la generazione stazionaria, sono in fase sperimentale prototipi di serbatoi con sistemi di produzione dell’idrogeno da fonte rinnovabile da impiegare per sistemi cogenerativi di elettricità e calore: infatti con questi sistemi è possibile, oltre a produrre corrente elettrica, anche recuperare calore dai fumi esausti di combustione per effettuare il riscaldamento e/o il raffreddamento di ambienti. Per il prototipo di serbatoio per applicazioni stazionarie sono stati selezionati idruri metallici a base di idruro di magnesio compattati messi a punto da Enea.
Tutte le conoscenze acquisite sui sistemi di accumulo potranno essere valorizzate anche in altri settori applicativi, fra cui, particolarmente importante, quello dei veicoli su strada.
Partner del progetto sono, oltre all’Enea, Enel Ingegneria e Innovazione, Acta, Università degli Studi di Padova, Tpa Brianza, Giacomini, Università di Roma La Sapienza, Consorzio Interuniversitario per lo Sviluppo dei sistemi a Grande Interfase Csgi, Università degli Studi di Pisa, Rse, Sol, Università degli Studi di Genova, Sgs Future.