Eni Rewind chiede l’autorizzazione per un progetto di valorizzazione energetica dei fanghi a Porto Marghera
Il progetto prevede il trattamento a regime fino a 190.000 tonnellate/anno di fanghi prodotti dagli impianti di depurazione delle acque di scarico del consorzio Vive
Eni Rewind ha presentato un progetto per la gestione sostenibile e innovativa dei fanghi da depurazione civile, classificati come rifiuti non pericolosi e costituiti per circa l'80% da acqua. La società ambientale di Eni ha depositato l'istanza alla Regione Veneto ai fini del rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) del progetto, che prevede la realizzazione di un impianto per l'essiccamento e la successiva valorizzazione energetica dei fanghi, con un investimento stimato di 140 milioni di euro e il riutilizzo di un'area dismessa di Eni Rewind nel petrolchimico a Porto Marghera.
Recupero energetico dai fanghi
I fanghi da depurazione delle acque civili sono soggetti a norme sempre più restrittive sul loro impiego, in particolare nello spargimento in agricoltura. Attualmente, in Veneto circa il 15% di essi è destinato a discarica, un'alta percentuale viene smaltita in agricoltura e in minima parte viene utilizzata per la produzione di energia. Con il progetto a Porto Marghera Eni Rewind intende promuoverne il recupero energetico, in linea con le Best Available Techniques - BAT di riferimento, nonché con le prassi già consolidate in Nord Europa, dove l'uso dei fanghi in agricoltura è ormai molto limitato, se non vietato per il rischio connesso all'eventuale esportazione di sostanze pericolose su terreni coltivati, e quindi potenzialmente nella catena alimentare.
Il progetto
Il progetto, in linea con il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali della Regione Veneto, prevede il trattamento a regime fino a 190.000 tonnellate/anno di fanghi prodotti dagli impianti di depurazione delle acque di scarico del consorzio Viveracqua, che raggruppa i 12 principali gestori del servizio idrico integrato della Regione. L'area individuata per la realizzazione è l'Isola 46, un'area di proprietà che è già stata oggetto di interventi di bonifica e quindi idonea al riutilizzo per nuove iniziative industriali. Il progetto prevede la realizzazione dell'impianto all'interno di una struttura architettonica che richiama la forma di una nave, in sintonia con il Canale Industriale Sud, ed è prevista l'implementazione delle migliori tecnologie per il controllo delle emissioni acustiche e odorigene. Si prevede che la valorizzazione energetica dei fanghi da depurazione, che sarà l'unica materia a essere conferita, avvenga attraverso due linee di trattamento, con eliminazione degli elementi potenzialmente nocivi e con la possibilità di recupero e riutilizzo del fosforo contenuto nelle acque reflue, un elemento fondamentale in agricoltura per la crescita delle piante. I fanghi verranno inviati a un sistema di essiccamento per rimuovere la componente acquosa che costituisce circa l'80% del contenuto dei fanghi. Dal processo di trattamento dei fanghi si produce energia elettrica mediante caldaie a recupero termico, che generano vapore surriscaldato impiegato per l'essiccamento dei fanghi conferiti. Il surplus energetico sarà immesso nella rete elettrica del polo industriale di Porto Marghera.