Eni, a Venezia la prima nave carica di olio di palma per l’avvio della produzione di biocarburanti
Nella darsena della raffineria, riconvertita per produzioni green, ora è tutto predisposto per lo scarico di 22.000 tonnellate di olio di palma certificato sostenibile, che verrà utilizzato per produrre green diesel. Eni conferma l'avvio degli impianti della “Green Refinery” dal prossimo mese di marzo
Ha attraccato nella darsena della Raffineria Eni di Venezia la prima nave di olio vegetale biosostenibile, la “Orinoco Star”. Nella darsena della bioraffineria tutto è ora predisposto per lo scarico di 22.000 tonnellate di olio di palma certificato sostenibile, che verrà utilizzato per produrre green diesel. Eni conferma l'avvio degli impianti della “Green Refinery” dal prossimo mese di marzo, per iniziare la produzione di biocarburanti in aprile. L'olio di palma, proveniente dall'Indonesia - sottolinea una nota di Eni - è prodotto in stretta osservanza delle norme europee, che vietano la coltivazione in zone aree ricoperte da foresta primaria. Nello specifico, il sistema di certificazione di bio-sostenibilità prevede, tra le altre, la certificazione Iscc, che attesta la riduzione delle emissioni dei gas serra, la coltivazione effettuata in terreni non caratterizzati da alta biodiversità e alta capacità di trattenere carbonio, l'adozione di pratiche culturali avanzate per la protezione di suolo, acqua e aria, rispetto dei diritti umani, del lavoro e di proprietà dei terreni.
Grazie alle peculiarità del processo EcofiningTm, la raffineria “green” di Eni sarà flessibile rispetto alle cariche biologiche che potranno essere costituite da biomasse oleose di prima generazione, di seconda generazione (grassi animali, oli esausti di cottura e waste del ciclo agricolo) o di terza generazione (oli da alghe e rifiuti).
Il presidente di Confindustria Venezia, Matteo Zoppas ha parlato di “una riqualificazione che avviene dove la vocazione industriale dell'area gioca ancora un ruolo essenziale in quanto ripensata in un'ottica fortemente rivolta al futuro del territorio e della sua tutela". Per Zoppas, "il settore della bio-industria può divenire uno dei driver principali dell'evoluzione di Porto Marghera e farne un polo di peso nazionale. Proprio alla bio-industria, in quanto parte integrante della green economy, sono riservati una buona fetta dei finanziamenti della Comunità Europea. Uno degli obiettivi dell'Unione per il 2030 è infatti quello di prevedere che la quota di energia prodotta da fonti sostenibili copra almeno il 30% del fabbisogno di ciascun paese. A questo fine verranno privilegiati gli investimenti e i progetti finalizzati a conseguire questo risultato". "A Porto Marghera - conclude Zoppas - abbiamo la fortuna di avere dei pivot di assoluto rilievo come Eni e Versalis,con cui Eni ha avviato un altro progetto significativo relativo alla chimica verde, che possono svolgere concretamente un'azione di volano anche per lo sviluppo di un importante indotto produttivo per altre aziende della provincia sempre nel segno della sostenibilità”.