I fertilizzanti sintetici invadono suoli per decenni
Lo sostiene un team di scienziati della Universitè Pierre et Marie Currie e della University of Calgary. Trent’anni dopo dal primo uso è infatti possibile rilevarne ancora tracce nei terreni
I fertilizzanti azotati applicati alle colture stazionano nelle acque sotterranee molto più a lungo di quanto sinora ipotizzato, secondo un team di scienziati della Universitè Pierre et Marie Currie e della University of Calgary. Trent’anni dopo dal primo uso è infatti possibile rilevarne ancora tracce nei terreni.
Lo studio ha dimostrato che il quindici per cento dell’azoto fertilizzante sintetico utilizzato nei campi nel 1982 è rilevabile tra la materia organica del suolo dopo diversi decenni. E non solo: dopo 30 anni, circa il dieci per cento del fertilizzante si è insinuato in profondità verso la falda acquifera.
E continuerà a fuoriuscire in piccole quantità per almeno altri cinquant’anni. I risultati, pubblicati sulla rivista PNAS, dimostrano che i fertilizzanti azotati si impadroniscono dei suoli a tassi lenti e bassi, ma duraturi: son presenti fino a quasi un secolo dopo la prima applicazione di fertilizzante in percentuali di circa il quindici per cento. Ciò significa che potrebbe occorrere molto più tempo di quanto precedentemente teorizzato per ridurre la contaminazione da nitrati delle acque sotterranee, anche tra le falde acquifere che forniscono acqua potabile. Il team ha utilizzato un isotopo stabile di azoto, il 15N, per rilevare le tracce di fertilizzanti azotati applicati nel 1982 in alcuni campi coltivati in un sito francese nel corso di trent’anni.