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Non si butta niente. Olio di alta qualità dagli scarti dei dolci, ecco il brevetto di ENEA

where Roma when Mer, 12/07/2023 who roberto

Grazie all’uso delle le larve del dittero Hermetia illucens, si recupera fino all’80% dell’olio presente nei biscotti

Un gruppo di ricercatori ENEAdolciaria.jpg ha brevettato un processo innovativo e a basso impatto ambientale che permette di estrarre, da scarti di prodotti da forno, un olio di alta qualità da utilizzare per la produzione di biolubrificanti e bioplastiche.
 
Come funziona
Il metodo, che si basa sull’uso di mosche soldato, ovvero le larve del dittero Hermetia illucens, consente di recuperare, in condizioni ambientali controllate, fino all’80% dell’olio presente nei biscotti - in genere di semi di girasole -  che non essendo stato metabolizzato, mantiene le caratteristiche di alta qualità (alto oleico). “Le larve della mosca soldato convertono biomasse organiche accumulando nel proprio corpo proteine e lipidi, ottimi ingredienti per mangimi. Contemporaneamente restituiscono un residuo digerito, utile per la produzione di compost e fertilizzanti per la crescita delle piante”, spiega Silvia Arnone, ricercatrice ENEA del Laboratorio di Tecnologie e processi per le bioraffinerie e la chimica verde e autrice del brevetto insieme ai colleghi Francesco Petrazzuolo, Isabella De Bari, Massimiliano De Mei, Vito Valerio e Alessio Ubertini.
 
Lo splitter
Per l’applicazione del metodo è stato ideato un dispositivo, chiamato “splitter”, costituito da un contenitore con griglia forata e un condotto per il convogliamento e la raccolta dell’olio, dove vengono collocati insieme il composto da frazionare e le larve immature. Il metodo offre prospettive di guadagno in termini di recupero di un olio alto oleico la cui domanda di mercato è in crescita, valorizzando il 5% in media di scarti di prodotti da forno, che comprendono prodotti sia invenduti sia non commercializzabili perché poco cotti, bruciati, spezzati o in scadenza. “L’olio alto oleico può essere utilizzato per la produzione di biolubrificanti per uso agricolo, di monomeri per le bioplastiche e di bioerbicidi e può essere trasformato in polioli per la produzione di poliuretani. Tutti questi prodotti a base biologica hanno un'impronta di carbonio più favorevole rispetto ai prodotti di origine fossile”, conclude Arnone.

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